Una vera e propria residency quella della Nuova Orchestra Italiana al teatro Augusteo di Napoli, in corso fino al 3 dicembre: nove date per lo spettacolo-concerto dal titolo «Napoli, tre punti e a capo» che hanno venduto oltre 7mila biglietti. E non poteva essere altrimenti: creata da Renzo Arbore oltre 30 anni fa, l’orchestra prosegue adesso senza il suo mentore e fondatore che ha deciso di allontanarsi dalle scene e ha dato la benedizione al nuovo corso. Il live dell’Orchestra italiana che ha portato in giro per il mondo il sound napoletano di ieri e di oggi ha entusiasmato il pubblico presente al debutto dello scorso 24 novembre con la consueta energia.
Sul palco, 14 musicisti capaci di coinvolgere un pubblico trasversale in uno show di oltre due ore, con gran parte del nucleo originario della band. La formazione della band è quella storica, nata agli inizi degli anni Novanta. Sul palco troviamo l’appassionato canto di Gianni Conte, la seducente voce di Barbara Buonaiuto, i virtuosismi vocali e ritmici di Giovanni Imparato, la direzione orchestrale, il pianoforte e la voce di Massimo Volpe, la chitarra e le voci di Michele Montefusco, Marco Manusso e Nicola Cantatore, le percussioni e la voce di Peppe Sannino, la batteria e la voce di Roberto Ciscognetti, il basso e la voce di Massimo Cecchetti, gli struggenti e festosi mandolini e le voci di Raffaele La Ragione, Salvatore Esposito e Salvatore della Vecchia. A loro si aggiunge anche Giordano Esposito (figlio del compianto Beniamino, “Il Pirata”) alla chitarra e voce.
Prodotto da MusicaèManagement di Gianni Oliviero e da Gestioni attività teatrali srl – Teatro Augusteo, in occasione del debutto napoletano, lo spettacolo vede la partecipazione straordinaria di uno degli attori partenopei più amati: l’istrionico Gino Rivieccio. «Il grande Renzo è stato il creatore dell’Orchestra Italiana, l’inventore del suo gioco musicale, il grande allenatore che l’ha plasmata, un po’ come Spalletti per il Napoli», dichiara Rivieccio. «Io subentro dopo, ma spero di fare meglio di Garcia. Ho l’onore di condividere il palcoscenico con grandi professori d’orchestra, grandi artisti e mi riservo solo dei brevi spazi per lasciare il campo al pallone d’oro della musica, ovvero il grande repertorio della canzone napoletana».
Il repertorio presentato dal vivo è quello più amato che ha fatto conoscere l’Orchestra Italiana al grande pubblico in tutto il mondo, da New York a Buenos Aires, da Londra a Parigi passando per Tokyo, Mosca, Rio de Janeiro, Toronto, Montreal, Caracas, Sidney, Melbourne, Shanghai e Pechino. Tra i brani in scaletta troviamo vere e proprie pietre miliari del grande patrimonio artistico e musicale partenopeo come “Torna a Surriento”, “Era de Maggio”, “’O paese d’‘o sole”, “Luna rossa”, “Comme facette mammeta”, “’O Sarracino”, insieme alle più recenti composizioni “Cocorito” e “Aumm aumm”.
Anticipato da un flash mob nel cuore di Napoli, nella storica Galleria Umberto I, lo spettacolo della Nuova Orchestra Italiana rientra tra i progetti inseriti nell’ampio programma di attività di Napoli Città della Musica.
«Napoli, tre punti e a capo segna il ritorno dell’Orchestra Italiana con una nuova produzione tutta napoletana, che unisce diverse realtà campane coordinate da Enzo Barile, a cui va un doveroso ringraziamento. Dopo il debutto al Teatro Augusteo, dove stiamo avendo nove repliche nell’arco di due settimane, dalla prossima primavera porteremo lo spettacolo in giro per l’Italia e anche all’estero», spiega il produttore Gianni Oliviero.
«Tra gli obiettivi con cui nasce Napoli Città della Musica c’è sicuramente quello di preservare e diffondere l’immenso canzoniere partenopeo che di perle ne custodisce davvero tantissime», dichiara Ferdinando Tozzi, delegato del Sindaco di Napoli per l’industria della musica e dell’audiovisivo. «Ed è proprio su questo obiettivo che si incrociano Napoli Città della Musica e Nuova Orchestra Italiana che riporta dal vivo un estratto della sconfinata tradizione musicale napoletana, per farla riascoltare agli estimatori e farla ascoltare e scoprire a un pubblico giovane, in un mix di arrangiamenti antichi e contemporanei, nel pieno rispetto del suo fondatore, Renzo Arbore, grande figura della nostra cultura».