Assieme a David Zard e Franco Mamone fu uno dei primi promoter a portare in Italia la grande musica internazionale. Adesso abbiamo perso anche lui: è morto Francesco Sanavio, imprenditore veneziano, fondatore della Franton Music nel 1975. Lo conferma la figlia Jennifer su Instagram. I funerali si terranno giovedì 13 luglio presso la chiesa di San Paolo di via Stuparich, a Mestre, alle ore 9.
Attivo dai primissimi anni Settanta, fu figura chiave nella diffusione del prog e della black music qui da noi. Per decenni è stato il promoter italiano di James Brown e di altre star della scena black americana come Ray Charles, B.B. King e Chuck Berry. Assieme a Mamone contribuì alla scalata della Pfm che, grazie al loro lavoro, riuscì ad aprire i concerti italiani di Procol Harum, Yes, Deep Purple e Uriah Heep. Un viatico verso il successo internazionale.
Anche lui fece i conti con le difficoltà organizzative legate alle turbolenze sociali che caratterizzarono l’Italia negli anni Settanta, periodo in cui il nostro Paese, dopo gli incidenti in occasione di concerti di Led Zeppelin (al Velodromo Vigorelli di Milano, nel 1971) e Lou Reed (a Roma, nel 1975), fu escluso dalla mappa dei management per i grandi tour internazionali. Erano anni di cortei, chiavi inglesi e P38 e, in mezzo a tutto quel collettivismo sfrenato, qualcuno rivendicava che «la musica non si paga». E quel qualcuno tirava molotov.
Sanavio contribuì al successo della storica edizione 1990 dei Sanremo, quella in cui i grandi della musica internazionale tornarono a interpretare, tradotti in inglese, i brani in gara, portando in gara nientemeno che Ray Charles con di «Good Love Gone Bad», brano abbinato a «Gli amori» di Toto Cutugno, arrivata seconda alle spalle di «Uomini soli» dei Pooh.