Chiedo scusa se parlo ancora una volta dei Pinguini Tattici Nucleari, non nel senso di un discorso… quello che mi viene. Il fatto è che oggi non se ne può non parlare: a quattro mesi dall’uscita dell’album «Fake News», tornano con un singolo intitolato «Coca Zero» che è tre cose insieme: il pezzo che meglio racconta il dibattito di questi giorni intorno ai diritti della comunità Lgbt+, la loro canzone più esplicitamente politica dai tempi di «Me want marò back» e una delle loro migliori canzoni di sempre. Formalmente, è un pezzo che parla dei tempi che cambiano.
Il testo ricalca il più tipico discorso da parrucchiera: «Signora mia, che cosa vuole che le dica? Sua nipote e una sua amica hanno fatto coming out/ Sono “pan” mica pan per focaccia/ e per quanto a lei non piaccia qui si pone un aut aut/ Il lume della ragione s’incendia/ se il boomer non dà ragione al millennial/ E muore chi non si adegua/ Alzi la testa tipo la giraffa di Lamarck/ E si lamenti che viviamo in una società».
Il ritornello è ancora più netto nel manifestare preoccupazioni settuagenarie di una certa Italia che non vuol sentirsi cambiata e, in preda a fobie varie ed eventuali, profetizza futuri anti-cristiani e anti-italiani: «Toglieranno Gesù dalla parete/ mentre lei rimpiange di quando c’era Lui/ L’inno di Mameli si canterà in inglese/ nel Paese pure al bar si parlerà di gender fluid». È il mondo che, inesorabilmente, cambia e s’incarna nella metafora del «Non si ordina più Coca Cola/ Solo Coca Zero».
Con la Meloni al governo, le manifestazioni arcobaleno in piazza e il braccio di ferro sul riconoscimento dei figli delle coppie omogenitoriali in giro per le corti, «Coca Zero» racconta di un pezzo di paese che vorrebbe opporsi a quanto gran parte del paese ha già ampiamente metabolizzato. Tolta una rapida stoccata ai «pa-Pillon», è un pezzo politico che apparentemente si limita a raccontare senza prendere posizione. Non c’è bisogno: lo ascolti e sei tu a prendere posizione (i pezzi politici dei Pinguini Tattici Nucleari, dai tempi di «Cancelleria», sono sempre stati un po’ questo). Poco prima del finale arriva l’illuminazione: «L’Italia è tutta qui: un paese di vecchi difetti/ che fan pace con sensi di colpa giovani». Due versi che sul tema vanno a bersaglio meglio di millemila siparietti Fedez – Rosa Chemical. Noi con interesse, considerando anche «La parte del torto», bellissima e inattuale, di Vinicio Capossela da poco uscita, registriamo in giro segnali sparsi di un certo ritorno alla canzone impegnata.
Tornando a «Coca Zero», musicalmente parlando siamo dalle parti di quell’incrocio tra urban, elettropop e indie rock che i Ptn ormai frequentano con assiduità. Il pacchetto è confezionato con gusto, quanto è gustosa l’anteprima che Riccardo Zanotti (nella foto), accompagnandosi col basso elettrico, ha regalato ai fan sui social a 24 ore dall’uscita del brano. Ce ne sarebbe abbastanza per mandare in analisi quella metà della scena urban italiana che ancora non c’è andata. Chissà le facce quando ascolteranno la chiusa del pezzo: «Il mondo non ti aspetta/ Lui gira, ruota e cambia/ Chi urla alla marchetta/ è il primo che poi canta». Enjoy!