L’impatto c’è stato, come del resto succede a ogni edizione. In termini di performance di stream, tuttavia, il confronto con l’anno scorso non è esattamente da incorniciare. Sanremo 2020 è archiviato, le charts Fimi GfK Top of the Music ne hanno beneficiato ma il dato più evidente, almeno fino a questo punto, è che Diodato e Francesco Gabbani, rispettivamente primo e secondo classificato al 70esimo festival della canzone italiana, non «performano» come Mahmood e Ultimo, sui primi due gradini del podio un anno fa. Un elemento in contrasto con l’incremento di utenti premium delle piattaforme di streaming.
Guardiamole queste prime dieci posizioni della classifica Fimi. Al capitolo singoli, a una settimana dalla chiusura di Sanremo, gerarchie rispettate: primo Diodato con «Fai rumore», secondo Gabbani con «Viceversa», terzi i Pinguini Tattici Nucleari con «Ringo Starr». Il festival monopolizza nove delle prime dieci posizioni, con Achille Lauro quarto, Elettra Lamborghini quinta, Elodie sesta, il giovane Fasma settimo, Levante ottava e le Vibrazioni None. Fa eccezione Ghali in decima posizione con il nuovo singolo «Boogieman», comunque eseguito per la prima volta proprio a Sanremo.
Per il capitolo album va fatta una premessa: gli album di Diodato e Gabbani sono usciti nel New Music Friday del 14 febbraio, quindi andranno «pesati» venerdì 21 febbraio. In prima posizione, a venerdì 14, c’è la compilation di Sanremo, al secondo «Fuori dall’Hype Ringo Starr», il repack sanremese dei Pinguini Tattici Nucleari contenente tre inediti e due rifacimenti di pezzi storici della band. Qui è d’uopo una piccola riflessione: la band della Val Seriana ha capitalizzato il passaggio al festival meglio di chiunque altro. L’album «Fuori dall’Hype» era uscito poco meno di un anno fa e si era comportato discretamente, chiudendo il 2019 al 76esimo posto nonostante una non eccezionale esposizione radiofonica. Il boost del festival ha cambiato l’inerzia: oltre al terzo posto di «Ringo Starr» tra i singoli e al secondo dell’album che ha raggiunto il traguardo del disco d’oro, gli inediti «Ridere» e «Bergamo» si sono rispettivamente piazzati in 61esima e 97esima posizione. Nel caso degli album, in ogni caso, Sanremo vale sei delle prime dieci piazze Fimi GfK. Abbiamo infatti Marco Masini quarto, Levante quinta, Elodie sesta e Anastasio decimo. E il quarto posto di Masini vale tanto: la sua non è esattamente una fanbase abituata alla musica liquida.
E veniamo alle dolenti note. A guardare le charts di Spotify a una settimana dalla fine del festival il bicchiere appare decisamente mezzo vuoto. Diodato (nella foto Epa) primeggia con 4,2 milioni di stream ma «Soldi» di Mahmood, un anno fa, ne aveva fatti 8,2 milioni. Nel confronto con l’edizione 2019 gli sarebbero avanti anche Ultimo con «I tuoi particolari» (5,9 milioni di ascolti un anno fa) e Irama con «La ragazza con il cuore di latta» (4,4 milioni di stream che nel 2019, a una settimana dal festival, gli valevano la terza piazza nella chart di Spotify). Per onestà intellettuale, non bisogna dimenticare che la polemica innescata dall’allora ministro dell’Interno Matteo Salvini un anno fa fece da traino al giovane trapper. Gabbani è addirittura quinto con 3,1 milioni di stream e ha davanti Pinguini (3,8 milioni), Achille Lauro (3,3 milioni) e Fasma (3,1 milioni).
Per Enzo Mazza, ceo di Fimi, l’associazione confindustriale dei discografici, «quest’anno i numeri sullo streaming sono sicuramente inferiori rispetto allo scorso anche se complessivamente in questa prima fase vi sono più artisti in top ten. La questione vera è che il festival è tornato ad essere troppo televisivo in un coacervo confuso di ospiti dove la musica ha perso centralità. Basta vedere ciò che interessa in Tv a quasi due settimane dal festival: il litigio Morgan-Bugo. Un momento trash che prevale su tutto il resto. Va completamente rivisto il rapporto tra industria musicale, Rai e Comune di Sanremo. Ci troviamo di fronte a un evento i cui benefici sono solo per Rai e comune. Non è accettabile». Vediamo cosa succede venerdì con le performance dell’album «Che vita meravigliosa». Il singolo vincitore del festival, almeno per ora, non fa rumore.