Per Live Nation Italia il 2017 sarà un anno senza precedenti. L’esplosione del caso secondary ticketing e l’inchiesta giudiziaria che ne è nata non hanno scalfito la leadership che il gruppo guidato da Roberto De Luca esercita sul mercato nazionale dei concerti. La controllata della multinazionale guidata da Michael Rapino ha chiuso l’anno scorso – quello dell’“effetto Bataclan”, con alcune star americane intimorite dai tour in Europa – a quota 72,2 milioni di fatturato e prevede un 2017 da 108 milioni di giro d’affari (+51%). Se si considerano i soli primi sette mesi dell’anno, la scuderia mette sul piatto un’offerta di 167 show in 42 città diverse per una previsione di 1,7 milioni di biglietti venduti di cui oltre 51mila a clienti stranieri. Sono 21 i live act organizzati negli stadi, poi 10 festival, 31 eventi open air, 34 in arena e 71 tra club e teatri. Un roster particolarmente aggressivo quello della scuderia che ha da poco rilevato Indipendente Concerti: si va dai due sold out degli U2 all’Olimpico (nella foto Ap in occasione del lancio del tour a Vancouver) e dei Coldplay a San Siro, ai Depeche Mode sempre al “Meazza”, passando per i festival I-Days a Monza e Firenze Rocks con Radiohead e Aerosmith. «Un aspetto molto importante da considerare – sottolinea De Luca – è che molti artisti internazionali che portiamo in Italia non ci derivano perché siamo controllati da una multinazionale, ma sono frutto del lavoro del management italiano del gruppo». Il gruppo, per mettere in piedi questo cartellone, ha investito 10,8 milioni al netto dei cachet degli artisti chiamando a lavorare 2.212 aziende per oltre 39mila addetti. «In questo Paese – sottolinea De Luca – spesso si dimentica che la musica è un settore che crea sviluppo e posti di lavoro sul territorio». Oltre a essere un contribuente importante. Se infatti in termini di diritto d’autore i primi sette mesi del 2017 per Live Nation si traducono in 9,6 milioni versati alla Siae, l’Iva corrisposta allo Stato supera i 10,6 milioni. Una cifra pari a 1,6 milioni entrerà invece nelle casse del Coni per quanto riguarda i concerti organizzati all’Olimpico. La ricaduta economica sul territorio per gli eventi organizzati nel periodo in questione (considerando quindi anche gli effetti su turismo e trasporti nei giorni di concerto) viene stimata da Live Nation tra i 356 e i 363 milioni. «E sono stime – conclude De Luca – che si concentrano sui soli giorni dei concerti e non tengono conto di chi, partendo da un evento live, decide magari di trascorrere un weekend o una settimana di vacanza nella città che lo ospita».
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