Il 15 agosto 1969, esattamente 46 anni fa, si apriva il festival di Woodstock, il più grande raduno della storia del rock e al tempo stesso l’inizio della fine del movimento Flower Power. Il concetto di denaro si sposa male con la filosofia dei «Three Days of Peace and Music» ma gli artisti che salirono sul palco di Bethel non lo fecero certo a gratis. Per anni sul tema dei cachet si è spesso e volentieri glissato, poi nel 2009 – a distanza di 40 anni dall’evento – esce finalmente «The Road to Woodstock», il libro del leggendario promoter dell’evento Michael Lang che squarcia il velo di silenzio e svela le cifre in questione (edizione italiana: Michael Lang, «Woodstock», Castelvecchi, euro 18,50, pp. 236). A passarle in rassegna con gli occhi della storia a venire, qualche sorriso viene. Il più pagato fu Jimi Hendrix, titolare del set conclusivo, con 18mila dollari di cachet. Quindi la band proto-progressive Blood, Sweat & Tears a quota 15mila dollari, la folk singer Joan Baez e gli hitmaker Creedence Clearwater Revival appaiati a 10mila dollari, The Band, Janis Joplin e Jefferson Airplane tutti e tre a 7.500 dollari. Sly and The Family Stone con il loro funk inconfondibile costarono 7mila dollari, poi Canned Heat (6.500 dollari), The Who in trasferta dal Regno Unito (6.250 dollari), Richie Havens (6mila dollari), Arlo Guthrie e Crosby, Stills, Nash & Young (5mila dollari). Il guru del sitar Ravi Shankar prese 4.500 dollari, poco più del guitar hero Johnny Winter (3.750 dollari) e dei pirotecnici Ten Years After (3.250 euro). Country Joe and the Fish e i monumentali Grateful Dead si accontentarono di 2.500 dollari, poi The Incredible String Band (2.250 dollari), Mountain e Tim Hardin (2mila dollari). Joe Cocker era un giovanotto di belle speranze ma col senno di poi un po’ stridono i suoi 1.375 dollari. A quota 1.250 dollari gli Sweetwater, poi John B. Sebastian (mille dollari), Melanie, Sha-na-na e un certo Carlos Santana a 750 dollari. Chiudono il quadro Keef Hartley (500 dollari) e Quill (375 dollari). Poco? Vero. Ma chissà quanti al posto loro, pur di scrivere un pezzo di storia, sarebbero stati disposti a salire gratis su quel palco. Non disponibili i dati della Paul Butterfield Blues Band e di Bert Sommer.