Quando a dicembre dell’anno scorso fu inserito nella Legge di Stabilità 2016, qualcuno era perplesso. Dopo il primo mese di sperimentazione, i numeri del progetto appaiono difficilmente equivocabili: un terzo della dote messa a disposizione dall’esecutivo è già andato esaurito. Stiamo parlando del Bonus Stradivari, ossia il contributo una tantum da mille euro che il governo ha messo a disposizione degli iscritti al conservatorio per l’acquisto di uno strumento musicale. Dote complessiva sul tavolo: 15 milioni. Una bella spinta al settore e un premio a chi ha deciso di fare dell’arte una professione, secondo i sostenitori della misura, uno strumento di complessa applicazione (vedi il coinvolgimento dell’agenzia delle Entrate) e una manovra «mancia», secondo i suoi detrattori. Se lasciamo parlare i dati, c’è da riconoscere che la misura sta stimolando – e non poco – il mercato. Dal 28 aprile, giorno d’inizio della campagna, a tutto maggio le richieste accolte per ottenere il bonus sono state pari a 5mila, cui si affiancano altre mille domande respinte. Contributo erogato fino a questo momento: 5 milioni. E il percorso per accedere ai contributi si sta rivelando meno tortuoso di quello che si temeva: lo studente si fa rilasciare dal conservatorio un attestato di iscrizione e lo porta al rivenditore. Quest’ultimo trasmette all’agenzia delle Entrate i dati dello studente al fine di verificare se ci sono le condizioni per fruire del Bonus (l’agenzia, tra le altre cose, controlla se il candidato ha già beneficiato della misura e quindi non ne ha più diritto). In caso affermativo, pratica lo sconto fino a mille euro sul prezzo di vendita dello strumento e, a sua volta, sconterà l’importo dalle tasse alla prima scadenza fiscale utile. In cassa restano adesso 10 milioni che, se le richieste continuano con lo stesso trend, dovrebbero esauristi abbastanza presto. A quanto pare non sarà un’operazione spot: da indiscrezioni di ambienti romani, il governo starebbe valutando di replicare il Bonus sulla Legge di Stabilità 2017, probabilmente diminuendo l’ammontare della dote ma rendendo la misura fruibile già ai ragazzi iscritti ai licei. Potrebbe essere una mossa per garantire un’applicazione ancora più «orizzontale» dell’incentivo. Oltre che un investimento sul «futuro» della cultura musicale del nostro Paese (Foto: Messe Frankfurt Exhibition GmbH, Pietro Sutera).
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