Itsright, la di collecting dei diritti connessi che rappresenta più di 280mila artisti, nel giorno della diffusione dell’Ifpi Global Report relativo al 2024 annuncia di aver depositato ricorso presso il Tribunale di Milano nei confronti di Sony Music Italy, Universal Music Italia, Warner Music Italy e Sugar per mancata condivisione delle informazioni sui ricavi streaming previste dalle leggi italiane ed europee, necessarie per determinare i compensi dovuti agli artisti, per la diffusione della loro musica attraverso le piattaforme on demand come Spotify, Apple Music e Deezer.
Nel 2021 con il recepimento della cosiddettaDirettiva Copyright, spiega la nota stampa di Itsright, la normativa italiana ha introdotto nuove misure a tutela degli artisti, soprattutto nei confronti di quei discografici che avessero continuato a gestire in esclusiva i diritti streaming dei loro artisti. Nello specifico, è stato riconosciuto a tutti gli artisti interpreti ed esecutori il diritto di ricevere dai propri produttori discografici una remunerazione adeguata e, soprattutto, proporzionata ai ricavi che derivano dagli sfruttamenti delle opere a cui hanno partecipato, oltre che a ricevere le informazioni necessarie a comprendere come tali ricavi siano stati generati.
«Purtroppo», commenta Gianluigi Chiodaroli, presidente di Itsright, «da anni riscontriamo una totale mancanza di trasparenza, un vero e proprio ostruzionismo da parte dei discografici citati in giudizio che hanno incassato dalle piattaforme, anno dopo anno, volumi crescenti di diritti e, violando la legge, hanno continuato a riconoscere agli artisti somme irrisorie e a rifiutarsi di condividere le informazioni relative ai loro ricavi da streaming».
Da diversi anni Itsright porta avanti una battaglia sul modello di remunerazione dell’economia dello streaming, sostenendo il punto di vista di quegli artisti che puntano a incassare, attraverso le loro collecting, i compensi direttamente dalle piattaforme, senza l’intermediazione dei discografici.