Nasce un nuovo festival estivo in quel dell’Argentario: si chiama «Youth! Argentario», nel senso della giovinezza (quella del cast ma soprattutto quella del pubblico), e propone nell’ordine Big Mama (11 luglio), Leo Gassmann (12 luglio), La Rua (13 luglio), Gaia (29 agosto), Mille (30 agosto) e Santi Francesi (31 agosto). Lo organizza, per conto del Comune di Porto Santo Stefano e della locale Pro Loco, iCompany, cui da anni è affidato il tradizionale Concertone del Primo Maggio. La fruizione degli show è totalmente gratuita. Che cos’è e dove vuole andare «Youth! Argentario» ce lo siamo fatti raccontare direttamente dal patron di iCompany Massimo Bonelli (nella foto).
Qual è l’obiettivo che si pone il festival Youth?
Youth Argentario si propone semplicemente l’obiettivo di poter essere un festival di buona qualità con concerti di artisti interessanti e promettenti in una location suggestiva e particolare come Porto Santo Stefano. L’evento si terrà in due periodi cruciali per il turismo locale: a metà luglio e nell’ultimo weekend di agosto. Volendo individuare un casus belli, l’obiettivo potrebbe essere quello di stimolare l’incontro tra nuovi e interessanti artisti della scena nazionale e promettenti musicisti di quella locale, offrendo così al pubblico presente sei serate estive godibili e musicalmente stimolanti. In prospettiva, mi piacerebbe che questo evento diventasse un appuntamento fisso e rilevante del posto, un brand in grado di arricchire l’estate di questa location incredibile con musica di qualità e spessore.
Qual è il target di pubblico di riferimento del festival?
Il pubblico di riferimento del festival, come suggerisce il titolo Youth! Argentario, è ovviamente e principalmente costituito da giovani. Ma ti direi che l’evento vuole essere anche un’opportunità per coinvolgere un pubblico più adulto e stimolarlo ad ascoltare e valutare la musica che amano i propri figli o i propri nipoti. L’ambizione è di provare a mettere in risalto alcune tra le nuove tendenze musicali attuali in un luogo e in un periodo in grado di attrarre potenzialmente anche persone più mature.
Ci sono stime sull’impatto che in termini di indotto la manifestazione può avere sui flussi turistici che interessano l’Argentario?
Sarò sincero, non abbiamo ancora adottato un approccio sistematico per il Festival. Per il momento ci siamo mossi sull’onda dell’entusiasmo e sull’approccio emotivo che l’iniziativa ci ha iniettato. Sarebbe bello far evolvere questa esperienza negli anni e trasformarla gradualmente in un piccolo ma efficace laboratorio musicale, una vetrina per musica e tradizioni locali. Porto Santo Stefano è già una località piuttosto affollata durante il periodo estivo, anche se non di turismo di massa. L’amministrazione locale desidera mantenere questo tipo di approccio turistico, ma ha tutta l’intenzione di caratterizzare l’intrattenimento territoriale accendendo l’estate con eventi culturali. Appuntamenti come questo festival mirano a combinare musica di qualità e i linguaggi delle nuove generazioni, offrendo un valore aggiunto sia ai residenti che ai turisti presenti. Di certo nei prossimi anni, se l’esperimento dovesse continuare e crescere come speriamo, sarà interessante sviluppare uno studio più tecnico e statistico dell’evento e delle sue ricadute.
Il cast della prima edizione è ad alto tasso di musica giovane. Il nome del festival, d’altra parte, parla chiaro… Possiamo, in un certo senso, considerarlo una sezione estiva del Concertone del Primo maggio?
Al momento è un evento che vive la sua edizione zero, un festival che sta per muovere i suoi primi passi. Definirlo una sessione estiva del Concerto del Primo Maggio mi pare prematuro, anche se le potenzialità perché lo diventi ci sono tutte. Stiamo valutando, assieme all’amministrazione, l’idea di espanderlo in futuro anche ad altri spazi sul territorio e integrare ulteriori eventi diffusi su tutto l’Argentario. Per ora, partiamo con questo esperimento. Ci mettiamo grande entusiasmo e speriamo che tutto vada per il meglio.