C’è tempo fino al 30 marzo per chiedere l’accesso all’indennità di discontinuità destinata ai lavoratori dello spettacolo, sulla base Decreto legislativo 175 del 30 novembre 2023. Lo riferisce una nota dell’Inps che precisa che la misura è destinata ai «lavoratori autonomi (compresi quelli con rapporti di collaborazione coordinata e continuativa), ai lavoratori subordinati a tempo determinato e ai lavoratori intermittenti a tempo indeterminato del settore dello spettacolo».
La misura introdotta dal ministero della Cultura è «riconosciuta per un numero di giornate pari a un terzo di quelle accreditate nell’anno civile precedente la domanda, detratte quelle coperte da altra contribuzione obbligatoria o indennizzate ad altro titolo, nel limite massimo di capienza di 312 giornate annue complessive».
La domanda, disponibile dal 15 gennaio, dovrà essere presentata esclusivamente in via telematica, utilizzando i canali a disposizione per cittadini e Patronati, sul portale web dell’Istituto, tramite le previste credenziali di accesso ossia Spid di livello 2 o superiore; carta di identità elettronica 3.0 (Cie); carta nazionale dei servizi (Cns).
Per ottenere la domanda bisognerà accedere al Punto d’accesso alle prestazioni non pensionistiche, raggiungibile a partire dalla home page del sito web dell’Inps, seguendo il percorso “Sostegni, Sussidi e Indennità” > “Esplora Sostegni, Sussidi e Indennità” > selezionare la voce “Vedi tutti” nella sezione Strumenti > “Punto d’accesso alle prestazioni non pensionistiche”. Una volta autenticati, sarà necessario selezionare “Indennità di discontinuità a favore dei lavoratori dello spettacolo”.
In alternativa al sito istituzionale, l’indennità può essere richiesta tramite il servizio di Contact Center multicanale, telefonando al numero verde 803 164 da rete fissa (gratuitamente) oppure al numero 06 164164 da rete mobile (a pagamento, in base alla tariffa applicata dai diversi gestori). È possibile presentare domanda anche attraverso gli Istituti di Patronato. Per maggiori dettagli è possibile consultare la circolare n. 2 del 2024. Intanto altre istituzioni, come la Regione Lombardia, hanno allo studio misure a sostegno della categoria.