Nell’ultimo giro di vite dell’Unione Europea contro le Big Tech, Apple rischia una multa potenzialmente salata e uno stop alle regole dell’App Store che ostacolerebbero i competitor dello streaming musicale, a partire da Spotify.
Secondo la ricostruzione di Bloomberg, l’Antitrust Ue starebbero apportando gli ultimi ritocchi a una decisione sulla pratica di Apple che impedisce ai servizi musicali di spingere i propri utenti a passare a opzioni di abbonamento alternative e più economiche al di fuori dell’App Store. La decisione sarebbe prevista per l’inizio del prossimo anno.
Apple (nella foto Epa) rischierebbe, secondo Bloomberg, una potenziale multa fino al 10% del suo fatturato annuale. L’istruttoria è stata avviata da una denuncia presentata quasi quattro anni fa da Spotify che sosteneva di essere stata costretta ad aumentare il prezzo dei propri abbonamenti mensili per coprire i costi associati al presunto controllo di Apple sulle modalità di funzionamento dell’App Store. La Commissione europea ha messo sotto accusa queste regole in una denuncia formale a febbraio, affermando che le condizioni non erano necessarie e che i clienti dovevano affrontare prezzi più alti.
Nel corso di un’udienza privata tenutasi a giugno, Apple avrebbe affermato di aver già affrontato ogni possibile problema di concorrenza all’inizio del 2022. Qualche mese prima, l’azienda aveva accettato per la prima volta di consentire alle app di pubblicizzare prezzi più bassi per gli abbonamenti al di fuori dell’App Store. Per esempio, Spotify o un altro sviluppatore potrebbero inviare un’e-mail ai clienti per informarli di prezzi più bassi se si abbonano online anziché attraverso l’App Store.
Ma Spotify ha reagito agli sforzi di Apple affermando a giugno che le restrizioni esistevano ancora e che le modifiche erano «solo di facciata».
Il giro di vite dell’Ue sulle regole dell’App Store è andato di pari passo con un’altra indagine incentrata sul modo in cui la Apple controlla la tecnologia tap-to-pay sui suoi dispositivi. L’azienda sarebbe in trattative per risolvere il caso. Anche dall’altra parte dell’Atlantico c’è un’attenzione simile per gli abusi delle Big Tech negli app store. Vedi alla voce Fortnite vs. Google.