Hipgnosis Songs Fund (Hsf) ha presentato giovedì 14 settembre ai suoi azionisti una proposta di vendita di 29 cataloghi del proprio portafoglio per un valore di 440 milioni di dollari a un altro fondo del gruppo che un anno fa trattava il songbook dei Pink Floyd: Hipgnosis Songs Capital (Hsc), fondo privato sostenuto da Blackstone.
Le due parti del deal sono rappresentate da team separati all’interno della società di gestione degli investimenti comuni di ciascun fondo, Hipgnosis Song Management (Hsm).
In una nota inviata agli investitori, Hipgnosis Songs Fund non fa mistero di una delle sue motivazioni principali dell’operazione: Hipgnosis Songs Capital che agirà «come catalizzatore per una rivalutazione del prezzo delle azioni» Hipgnosis Songs Fund.
Questa rivalutazione, ha spiegato oggi il fondatore di Hipgnosis Merck Mercuriadis nella nota interna, sarà ottenuta grazie al fatto che Hsf destinerà i proventi della transazione al pagamento di 250 milioni di dollari di debito attualmente attinti dalla linea di credito revolving di Hsf e acquisterà 180 milioni di dollari di azioni proprie attraverso un buy-back.
«Come sapete», ha detto Mercuriadis, «a causa delle condizioni macroeconomiche globali, i mercati del Regno Unito stanno attraversando un periodo molto difficile e la maggior parte dei fondi d’investimento viene scambiata con un forte sconto.
Tra questi c’è anche Hipgnosis Songs Fund, le cui azioni, nonostante abbiano appena ottenuto i migliori risultati a parità di perimetro, sono state scambiate con uno sconto significativo rispetto al valore fondamentale delle canzoni in cui abbiamo investito.
Il riacquisto di azioni proprie diventa allora «uno dei metodi che le società utilizzano per restituire valore agli azionisti e le società che lo fanno si aspettano che porti a un aumento del prezzo delle azioni. È così che si “rivalutano” le azioni», ha aggiunto Mercuriadis.
I 29 cataloghi che Hipgnosis Song Management propone di vendere da Hsf a Hsc comprendono diritti/flussi di reddito di autori quali Poo Bear, Ari Levine, Joel Little, Shakira (nella foto Ansa), Barry Manilow e Rick James.