Che i Pinguini Tattici Nucleari suoneranno a San Siro l’11 luglio 2023, giorno in cui si celebra San Benedetto da Norcia, dovrebbe essere una notizia, ma non è esattamente una notizia: sarà almeno dal 2017, anno di uscita di «Gioventù Brucata», che si capiva che prima o poi saremmo andati a parare qua, che era solo questione di tempo. Che i Pinguini Tattici Nucleari abbiano fatto sold out a San Siro in 12 ore dalla messa in vendita dei biglietti dovrebbe essere una notizia, ma anche in questo caso non ci sembra una notizia: il «tiro» del sestetto della Val Seriana è cosa nota agli addetti ai lavori, l’estate scorsa – tra date nuove e recuperi di concerti pre Covid – hanno riunito più di 300mila spettatori tra palazzetti e arene di tutta Italia, ce n’era abbastanza per riempire San Siro sei volte.
Così come non ci sorprenderebbe, a questo punto, assistere alla messa in vendita di un tour negli stadi italiani. Certo, è stato un sold out molto veloce, roba che in quanto a numeri è degna dei grandi eventi internazionali e diventa interessante, a questo punto, andare a vedere in quanto tempo i Maneskin faranno sold out a San Siro e all’Olimpico (dopo le prime sei ore di messa in vendita, il 18 ottobre, si contano 75mila biglietti venduti).
La notizia – perdonateci – ci sembra un’altra: lo show a San Siro dei Pinguini Tattici Nucleari sarà organizzato da Magellano Concerti, costola indie del gruppo Friends & Partners presso la quale i Ptn sono approdati una volta archiviato il tour dell’estate scorsa che, come i precedenti, era stato organizzato da Bpm Concerti, gruppo Trident. C’era più di un indizio che portava in questa direzione: Magellano già organizzava le date di Ministri, Rovere e Chiamamifaro, altre band del roster di Tuttomoltobenegrazie, società di management di Gianrico Cuppari, la stessa dei Pinguini Tattici Nucleari. La notizia è che gente che ne sa di musica dal vivo, come Maurizio Salvadori, patron di Trident e promoter del «Jova Beach Party», si sia lasciata scappare uno tra i maggiori fenomeni live contemporanei. Certo, gli resta Jovanotti che ha un passato importante dietro le spalle. Ma il presente sembra parlare più la lingua dei «Giovani Wannabe».