I Bts si prendono un’improvvisa «pausa di riflessione» dalle attività live e da quelle discografiche, molti fan in giro per il mondo sono disperati e qualche investitore persino peggio. Miracoli della finanziarizzazione della musica nell’età dello streaming: l’annuncio a sorpresa dello stop a dischi e concerti da parte degli alfieri dei K-pop, band dell’anno 2021 secondo Ifpi, ha trascinato al ribasso le azioni di Hybe, etichetta discografica che li vede sotto contratto. Martedì la comunicazione ufficiale della band sudcoreana, dietro la quale si nasconde lo spettro dello scioglimento della band, mercoledì si pronuncia la Borsa di Seul: la label Hybe, precedentemente nota come Big Hit Entertainment, distribuita da Universal Music Group e quotata in borsa due anni fa ha visto crollare del 25% il valore delle proprie azioni, perdendo quasi 2 trilioni di won (1,55 miliardi di dollari) dal suo valore di mercato.
Le azioni di Hybe hanno avuto un andamento piuttosto negativo negli ultimi mesi e la situazione geopolitica – caratterizzata a est dai continui test missilistici di Kim in Corea del Nord e dalle provocazioni cinesi su Taiwan – non aiutano: in Sud Corea c’è infatti un robusto servizio militare e tutti gli uomini abili al lavoro sono soggetti a circa due anni di leva, circostanza nella quale si troverà presto anche Jin, membro più anziano dei Bts che dovrà iniziare il servizio militare l’anno prossimo.
Una proposta di legge che prevede l’esenzione dal servizio militare per gli artisti di fama mondiale è in attesa di approvazione in Parlamento, mentre è in corso un dibattito sul su se i Bts meritino o meno benefici simili a quelli di cui già godono gli atleti sportivi. Comunque vada a finire questa storia Lee Ki-hoon, analista di Hana Financial Investment, ha scritto in un rapporto che la mancanza di attività pubbliche dei Bts, compreso l’impatto del servizio militare, potrebbe causare una perdita di entrate di 750 miliardi di won nel 2023.