Non a tutti, in campo musicale, è piaciuto il Dl Rilancio. Nette le critiche di Claudio Ferrante, numero uno della società di produzione e distribuzione Artist First: «Spiace constatare – dichiara – che i produttori discografici, produttori di contenuti, che gli imprenditori della musica, siano essi discografici o editori non siano stati considerati nel Decreto. Spiace constatare che gli artisti siano stati considerati nel discorso del nostro Primo Ministro come “quelli che ci fanno tanto divertire”, come i giullari di corte di qualche centinaio di anni fa. Gli artisti sono lavoratori che vivono di sola creatività, che sono la punta dell’iceberg di migliaia e migliaia di operatori del settore, dai fonici ai migliaia di musicisti appassionati che sopravvivono con qualche migliaia di euro l’anno».
La stroncatura al Dl Rilancio continua: «Spiace constatare che la cultura nel nostro paese sia relegata a mo’ di intermezzo e non come un bene essenziale e fondamentale, un patrimonio che è parte integrante della nostra identità. Nessun punto di quelli chiesti al Governo a favore degli imprenditori della musica è stato accolto. Nulla di specifico per la cultura è stato fatto, ciò è davvero preoccupante. Gli imprenditori italiani sono coloro che negli anni hanno investito su artisti come Vasco Rossi, Tiziano Ferro, Lucio Battisti, Giorgio Gaber, Enzo Jannacci, Andrea Bocelli, Elisa, Diodato, Ultimo e tantissimi altri, rappresentando trasversalmente tutte le generazioni del nostro paese», conclude Ferrante.
Parallelamente, Agis fa sapere che è stata consegnata al presidente del Consiglio Giuseppe Conte una petizione promossa dalle principali riviste italiane di musica classica, Amadeus, Classic Voice, L’Opera, Musica e Suonare news, volta a far ripartire lo spettacolo dal vivo prima possibile e firmata in pochi giorni da oltre 10mila musicisti. La petizione è stata sottoscritta da quaranta grandi artisti italiani – tra gli altri Riccardo Muti, Ennio Morricone, Riccardo Chailly, Antonio Pappano, Daniele Gatti e Salvatore Accardo – e ha raccolto l’autorevole adesione di una decina di associazioni di categoria dei settori musica, cultura, spettacolo e impresa, tra le altre Agis, Confturismo, Cidim, Impresa Cultura Italia, Aiam. Nella petizione si prende atto che a seguito dell’emergenza sanitaria dovuta al Covid-19 il mondo dello spettacolo dal vivo si sia fermato creando gravissimi risvolti artistici, sociali e occupazionali.
I firmatari dichiarano di essere consapevoli dell’importanza di tutelare la sanità dei cittadini, ma chiedono al Governo quando deciderà di riaprire i servizi turistici, come la ristorazione e l’ospitalità alberghiera, di autorizzare anche lo svolgersi di manifestazioni artistiche all’aperto, con le stesse precauzioni sanitarie e di distanziamento sociale.
La petizione termina con un appello affinché il Ministero competente assicuri a tutte le istituzioni di produzione e diffusione dello spettacolo dal vivo le risorse necessarie per affrontare questo periodo di transizione e di sostenere le forze artistiche in modo tale che nessun artista debba sentirsi escluso.