Il caso del concerto di Sting al Forum di Assago ha nuovamente acceso i riflettori sul tema del biglietto nominale come misura di contrasto al fenomeno del secondary ticketing. A poche ore dalla presentazione al Senato dello studio curato da Swg per conto di Assomusica, interviene anche Dan Jones, vicepresident international di StubHub, il portale rivendita secondaria di eBay, attraverso questo contributo esclusivo per «Money, it’s a gas!» che non mancherà di fare discutere.
L’entrata in vigore delle recenti modifiche alle leggi sulla biglietteria del paese ha sollevato molte preoccupazioni in tutto il settore degli eventi live in merito alla sua applicazione pratica e agli impatti negativi non intenzionali sui consumatori. Criticità che sono emerse in modo palese in occasione del concerto di Sting al Forum di Assago: code interminabili agli ingressi, quasi un’ora di ritardo per l’inizio dello show e una situazione di disagio per 9.900 spettatori che hanno dovuto subire lunghe attese e difficoltà nei controlli, con in più la complicazione del trasferimento in loco dei biglietti da un utente all’altro, a causa proprio dell’introduzione del biglietto nominale.
Questo è ciò che accade quando si mettono una palla e una catena digitale ai piedi dei fan, collegandoli per sempre a un biglietto e limitando la loro capacità di utilizzare, trasferire o rivendere facilmente il biglietto che hanno acquistato. Limitare l’uso o la trasferibilità dei biglietti ha conseguenze negative – anche se non intenzionali – e punisce ingiustamente quei fan che non sono più in grado di partecipare a un evento o che vogliono semplicemente regalare biglietti a familiari o amici.
I consumatori vogliono libertà di scelta. Secondo un sondaggio di Censuswide del 2018, l’81% delle persone ritiene di avere il diritto di acquistare e vendere biglietti gli uni dagli altri. Capita di frequente di acquistare i biglietti con largo anticipo rispetto a un evento, e di non riuscire poi a prendervi parte: un’analisi indipendente del mercato dell’emissione di biglietti secondari, commissionata dal Dcms (Department for Digital, Culture, Media & Sport) britannico nel 2017, ha mostrato che i due principali motivi per cui i consumatori che vendono i biglietti sui circuiti secondari sono l’impossibilità di utilizzarli (64%) o la necessità di denaro (20%). Incoraggiare un mercato aperto, sicuro e trasparente è dunque una causa di consumo che vale la pena sostenere e, come riconosciuto anche da varie testate di settore, le piattaforme secondarie possono creare un modo sicuro e semplice per i consumatori di rivendere o trasferire i loro biglietti.
Tuttavia, la rivendita non avvantaggia solo i venditori, di fatto contribuisce ad ampliare il mercato per i fan che desiderano acquistare i biglietti. Quando un fan scambia un biglietto che non può più utilizzare, dà accesso a qualcun altro e crea un maggiore scelta e più opportunità per i fan di partecipare agli eventi dal vivo che vogliono vedere. Naturalmente, anche i vantaggi per le sedi e gli organizzatori sono evidenti, in quanto la trasferibilità e la concorrenza sul mercato spesso migliora anche l’affluenza alle manifestazioni: quando un fan non può più partecipare a un evento, ha senso che si faccia ogni sforzo per trovargli un sostituto.
È quindi chiaro che rimuovere gli ostacoli alla trasferibilità, accrescere la trasparenza e le altre protezioni dei consumatori, nonché aumentare la concorrenza è vantaggioso per i fan e per l’intero settore. In StubHub crediamo che un settore dei biglietti sicuro, trasparente e competitivo sia nel migliore interesse dei fan. I regolamenti dovrebbero essere disegnati per migliorare l’esperienza dei fan, non per creare barriere artificiali e inefficaci o blocchi per utilizzare, trasferire o rivendere liberamente un biglietto che un fan ha giustamente acquistato.
Dan Jones
Vicepresident International StubHub