Nei giorni caldi dell’emendamento Battelli si alza il muro dei promoter contro la modifica alla Legge di Bilancio che potrebbe introdurre il biglietto nominale per i concerti organizzati in venue di almeno 5mila posti. Sulle barricate, davanti a tutti, Vincenzo Spera (nella foto), presidente di Assomusica, l’associazione nazionale di organizzatori e produttori di musica live, che si è lanciato in una campagna video attraverso i social, all’insegna degli hashtag #NoAlBigliettoNominale e #NoEmendamentoBattelli, fermo restando un no al fenomeno del secondary ticketing. «Assomusica per prima – dice Spera in uno dei video della campagna – ha proposto una norma al decreto Legge 193/2016 per sconfiggere il secondary ticketing, ma il Parlamento la bocciò. Siamo però contro chi vuole introdurre il biglietto nominale solo per la musica popolare. Blocchiamo sì l’illegalità, ma non vietiamo la voglia di divertirsi, di emozionarsi e di stare insieme delle giovani generazioni».
Anche qualche portale di re-ticketing si fa sentire: è il caso di StubHub, piattaforma di proprietà di E-Bay. «L’emendamento proposto – dichiarano – colpirà soprattutto i fan regolari. La proposta di fatto tratta i consumatori al pari dei rivenditori professionali di biglietti. Mette in discussione la possibilità, per i normali fan, di rivendere un biglietto standard (per eventi inferiori a 5mila persone) a qualsiasi prezzo, anche equivalente o al di sotto del valore nominale, e limita la loro capacità di recuperare l’investimento iniziale, qualora non possano più partecipare a un evento. Inoltre, nei casi in cui l’emissione di biglietti nominali sia resa obbligatoria (per eventi con più di 5mila spettatori), i fan dovranno pagare le tasse amministrative alle piattaforme di vendita primaria, sia quando intendono rimettere in vendita il biglietto che quando semplicemente vogliono regalarlo a qualcun altro, a rischio che questo venga cancellato senza rimborso». Come dire: un po’ tutti, nella filiera, stanno dicendo la propria. Quasi tutti: perché si dà il caso che manchi il punto di vista degli artisti che pure, nel music business, avrebbero un ruolo tutt’altro che secondario. Arriverà prima o poi qualche presa di posizione sull’emendamento Battelli, pro o contro che sia?