Il vinile è tornato e da un bel po’. Se seguite «Money, it’s a gas!», non è certo cosa che suoni nuova alle vostre orecchie: non muoverà grandissimi numeri, non sarà mai più la fetta più grande della torta del music business, è una nicchia bella e buona, ma è una nicchia in costante crescita. Interessante «corollario» al fenomeno è il fatto che il vinile sia tornato in edicola, com’era negli anni Ottanta e nei primi Novanta, quand’era il supporto principe. Tra le case editrici che ce l’hanno riportato c’è la De Agostini, la stessa che negli anni Ottanta e nei primi Novanta infilava collane su rock e jazz. L’ultima puntata della serie si chiama «Vinyl», nuovo mensile dedicato agli appassionati di musica a 33 giri nato a settembre sotto la direzione di Barbara Schwartz. Un magazi che esce in abbinata all’Lp: l’uscita di questo mese, per esempio, è dedicata al Premio Nobel Bob Dylan, con una cover story a firma di Riccardo Bertoncelli. In abbinata c’è «The Times They are a-changin», capolavoro folk di «Sua Bobbità». La strategia, spiega Stefano Bisatti, direttore generale Europa di De Agostini (nella foto con Barbara Schwartz e Francesco Losco, responsabile prodotti in vinile del gruppo), paga: «De Agostini è leader del mercato del vinile in edicola con circa un 1,5 milioni di copie vendute in Italia dal 2011 a oggi e più di 2,5 milioni di copie vendute in tutto il mondo, con lanci in Regno Unito, Francia, Spagna e Giappone oltre che nel Bel Paese». Il segmento è promettente e gli investimenti continuano: «Abbiamo pubblicato – continua il manager – solo in Italia più di 300 album nel corso delle diverse collane. In questo momento abbiamo attive cinque collane: Blues, Prog Rock, Queen, De André, Pino Daniele. Solo nel 2018 abbiamo in programma la ripubblicazione di 107 grandi album». Qual è la collana che ha funzionato meglio? «The Beatles Vinyl Collection – risponde Bisatti – ha sicuramente restituito i risultati migliori con un venduto medio molto elevato per ognuno dei 23 titoli della collezione. Ma siamo ugualmente soddisfatti delle collane dedicate a generi meno mainstream, come Jazz, Prog, Blues, che hanno mostrato un’altissima fidelizzazione tra gli appassionati». Considerando la delicatezza dell’oggetto vinile, il canale delle edicole non rappresenta un rischio per il distributore e l’utente finale? «In questi anni – spiega il dg Europa della casa editrice novarese – abbiamo perfezionato tutti gli anelli della nostra catena produttiva e distributiva, appoggiandoci ai migliori partner e finalizzando, con i nostri fornitori storici, una modalità di packaging e distribuzione che ha ridotto al minimo i rischi per l’integrità del vinile. La scelta della grammatura, inoltre, non solo garantisce una maggiore stabilità del disco durante l’esecuzione ma rende il disco stesso ancora più resistente a possibili urti». Dio benedica i 180 grammi!
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