La filiera della musica intesa in tutte le sue accezioni – dalla discografia alle edizioni, passando dai concerti agli strumenti musicali – in Italia muove 4,7 miliardi e dà lavoro a 168.900 persone. Sono numeri aggiornati al 2015 che escono dalla seconda edizione del rapporto «Italia Creativa», realizzato da Ernst&Young con il supporto delle principali associazioni di categoria guidate da Mibact e Siae (nella foto, un grafico estratto), studio presentato oggi a Milano dal ministro dei Beni culturali Dario Franceschini. Andando più nel dettaglio, i ricavi diretti ammontano a poco più di 3,3 miliardi, in crescita dell’8,9% rispetto al 2012 e del 10% rispetto allo scorso anno. La crescita è guidata dai ricavi da concerti e da video musicali: i primi nel 2015 hanno avuto un valore complessivo di 424 milioni, in aumento del 45% nel quadriennio (+23% rispetto al 2014), mentre i secondi ammontano a 210 milioni, in crescita del 116% nel quadriennio (+39% rispetto al 2014). Risultano in aumento anche i ricavi da radio musicali e diritti tv che recuperano i livelli del 2012, dopo due anni di contrazione. Voce di assoluto rilievo è quella relativa alla musica dal vivo in locali pubblici, che da sola apporta oltre un miliardo ai ricavi del settore: sebbene non sia riuscita a tornare ai valori 2012, dopo un triennio di calo, ha visto nel 2015 un’inversione di segno. Un andamento simile si osserva per la vendita di musica registrata su supporto fisico: il trend di decrescita infatti sembra essersi arrestato e nel 2015 il valore dei ricavi raggiunge i 196 milioni, vicino ai valori del 2012. Continuano a crescere invece i ricavi derivanti dalla vendita di musica digitale che raggiungono 147 milioni, quasi raddoppiando nel giro di un quadriennio (ne valeva 74 nel 2012) il valore registrato. Il settore occupa poco meno di 170mila lavoratori. Anche in questo caso, il 2015 ha visto invertirsi il senso della variazione, che tuttavia resta negativa globalmente nel quadriennio (-3,2%). Sono scesi in particolare gli occupati in radio musicali, produzione discografica e discoteche (-16%). Similmente a quanto osservato in altri settori, le attività di insegnamento sono contraddistinte da una crescita degli occupati (+7%).
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