Manuel Agnelli, Morgan e l’insostenibile leggerezza del giudice che assegna i propri brani a X Factor (incassandone i diritti)

Atto di suprema fiducia nel concorrente? Riconoscimento per il percorso compiuto insieme? O accesso di autoreferenzialità? Si può interpretare in molti modi la scelta di Manuel Agnelli, front leader degli Afterhours che ieri, nel secondo live di X Factor 10, ha affidato ad Andrea Biagioni, probabilmente concorrente di punta della sua categoria (quella degli Over), un brano degli Afterhours, cioè un suo brano. Il maestro di chitarra lucchese prestato al talent show ha dovuto vedersela con «Ballata per la mia piccola iena», anno di grazia 2005. E ne è uscito pure piuttosto malconcio (nella foto), ma questo è un altro discorso. C’è un precedente: nel 2013 l’allora giudice Morgan diede al futuro vincitore Michele Bravi «Cieli neri» dei Bluevertigo. Anzi due: a X Factor 2009 sempre il signor Marco Castoldi affidò a Noemi  «Altrove». Anche in quei casi non si trattò di prove in tutto e per tutto convincenti. Anche in quei casi un giudice di una competizione canora ne guadagnò in termini di visibilità del proprio songbook. E in termini di diritti d’autore, il che non fa mai male.