«Bagarinaggio 2.0», arriva una legge. E intanto frena il mercato italiano dei concerti

E così molto presto dovrebbe esserci un intervento legislativo contro il fenomeno del secondary ticketing, da più parti definito «bagarinaggio 2.0». Tutti i dettagli a riguardo li trovate in edicola, nell’articolo del Sole 24 Ore del lunedì scritto a quattro mani con Andrea Biondi. Intanto facciamo un rapido punto sul mercato italiano della musica dal vivo: le prime elaborazioni di Assomusica, l’associazione dei promoter presieduta da Vincenzo Spera, sui primi otto mesi del 2016 rappresentano un quadro in lievissima frenata. Gli eventi organizzati sono 2.868, il 5% in più rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Aumentano anche gli ingressi che si attestano a quota 4,9 milioni, +2,6% sui primi otto mesi del 2015. Tutto sommato stabile il dato degli incassi: 178,5 milioni, appena lo 0,2% in meno sul periodo gennaio-agosto dell’anno scorso. È il caso di preoccuparsi? Probabilmente no: il mese di settembre, ancora al di fuori del computo, ha visto svolgersi concerti importanti per afflusso di pubblico, come le due date di Ligabue al Parco di Monza (foto Ansa), capaci di intercettare 13mila persone. C’è insomma tutto il tempo per recuperare, per un settore che viene da quattro anni consecutivi di crescita. E che ha alle spalle un 2015 dai dati monstre.

  • Francesco Prisco |

    Il problema del “prezzo dinamico” è politico. Sicuramente rappresenterebbe una soluzione “di mercato” al problema che renderebbe il business meno vantaggioso per i circuiti di secondary ticketing. Mi resta comunque qualche dubbio: la musica non è (o non dovrebbe essere) un bene/servizio come tutti gli altri. Fino a che punto sarebbe lecito trattarlo come un volo aereo o un passaggio in treno?

  • Francesca Massa |

    Finalmente un’iniziativa per fermare o almeno intervenire su di un fenomeno pessimo. Non sono sicura che il biglietto nominale sia la soluzione, ma almeno si intervenga. Mi faccio solo una domanda, non ci sarà mica l’intenzione da parte di qualcuno di fare anche in Italia il cosiddetto Dinamic Price? Sarebbe una cosa sbagliata. Cosa ne pensa?

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