Causa Battisti-Mogol, al paroliere il primo round. E presto il songbook potrebbe approdare online

Presto le canzoni della premiata ditta Battisti-Mogol, patrimonio della cultura nazionalpopolare italiana del Novecento, potrebbero finalmente approdare online con tutti i crismi, sui servizi di streaming e download digitale. Sembra andare in questa direzione il primo atto della controversia che contrappone il paroliere nato come Giulio Rapetti e Grazia Letizia Veronese, vedova ed erede del cantante di Poggio Bustone. Il primo contestava alla seconda di aver impedito il pieno sfruttamento del songbook che comprende pietre miliari dello Stivale pop come «Acqua azzurra, acqua chiara», «Emozioni» e «I giardini di marzo». Il Tribunale di Milano con sentenza numero 9232 depositata il 22 luglio 2016 ha respinto la domanda di Mogol contro la Veronese, moglie di Lucio Battisti (in una foto d’epoca con Mogol), accusata di mala gestio societaria. La causa era stata iniziata da Mogol nel 2012. Mogol aveva chiesto che la vedova fosse condannata a risarcirgli un danno di oltre 8 milioni, per aver ostacolato lo sfruttamento commerciale del repertorio Battisti-Mogol. Il Tribunale ha escluso che la condotta di Grazia Letizia Veronese abbia integrato un illecito come amministratore della società di edizione musicale che gestisce i diritti di utilizzazione economica del repertorio. Il Tribunale di Milano ha invece condannato la Edizioni Musicali Acqua Azzurra Srl, della quale è socio lo stesso Mogol, a pagare in favore di Mogol la somma di 2,6 milioni. Il legale della Edizioni Musicali Acqua Azzurra Srl ha già reso noto che la società impugnerà la sentenza.