È in Sento che in questi giorni ci si misura per il recepimento della Direttiva Barnier e la liberalizzazione della gestione del diritto d’autore. Martedì scorso scadeva il termine per la presentazione degli emendamenti al Ddl che esprime la posizione sul tema del ministro dei Beni culturali Dario Franceschini, testo già passato alla Camera. Come si sono mossi gli oppositori dell’esclusiva Siae? Proponiamo qui di seguito una breve antologia degli emendamenti i cui effetti, in caso di approvazione, potrebbero risultare più dirompenti sull’attuale schema di gestione del collecting. In cima c’è la proposta del Movimento 5 Stelle a firma di Crimi, Montevecchi, Endrizzi e Morra secondo cui il Governo «provvede ad abrogare espressamente tutte le disposizioni di legge che stabiliscano un monopolio per la gestione dei diritti d’autore», pertanto in tutto il testo del Ddl di recepimento il nome di Siae deve essere sostituito con l’espressione «gli organismi di gestione collettiva». Sempre l’M5S propone di «garantire ai titolari dei diritti d’autore una effettiva libertà di scelta dell’organismo di gestione collettiva o ente di gestione indipendente al quale affidare la intermediazione dei propri diritti previa liberalizzazione dell’attività di intermediazione dei diritti d’autore». Il fine è «liberalizzare l’esercizio dell’attività di intermediazione dei diritti d’autore limitandone comunque l’esercizio a organismi di gestione collettiva dei diritti e degli enti di gestione indipendenti in possesso dei requisiti previsti dalla direttiva 2014/26/UE e idonei ad assicurare ai titolari dei diritti una puntuale rendicontazione dell’attività svolta nel loro interesse». L’emendamento del gruppo misto, firmata tra gli altri da Ichino, Puppato, Fucksia e Lanzillotta, propone di «stabilire che i titolari dei diritti possano affidare la gestione dei propri diritti, delle categorie di diritti o di tipi di opere e di altri materiali protetti a uno o più organismi» di cui alle lettere a) e b) dell’articolo 3 della direttiva 2014/26/UE liberamente scelti, indipendentemente dallo Stato membro di nazionalità, di residenza o di stabilimento proprio o dell’organismo medesimo, e che comunque operano secondo le modalità e nel rispetto degli obblighi previsti dalla normativa nazionale ai sensi del presente articolo». Poi, dalle file della Lega Nord, arriva l’emendamento Candiani che propone di «liberalizzare l’esercizio dell’attività di intermediazione dei diritti d’autore limitandone comunque l’esercizio a organismi di gestione collettiva dei diritti e degli enti di gestione indipendenti in possesso dei requisiti previsti dalla direttiva e idonei ad assicurare ai titolari dei diritti una puntuale rendicontazione dell’attività svolta nel loro interesse». Per quanto la provenienza politica degli emendamenti possa apparire molto diversa, non cambia insomma la sostanza della proposta (nella foto: C. Maccari, «Cicerone pronuncia in Senato la prima Catilinaria»).
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