HIS MASTER'S VOICE

Nel 2016 la (probabile) ripresa del mercato discografico mondiale. Con lo streaming a pagamento

Il 2016 sarà l’anno della svolta per l’industria globale della musica. Almeno secondo una nota di Credit Suisse, diffusa oggi e ripresa dall’edizione britannica di Business Indiser. Gli analisti svizzeri stimano che, dopo un crollo vertiginoso cominciato nell’ormai lontano 1998, in coincidenza con l’esplosione del file sharing via web, il music business da qui ai prossimi dieci anni risalirà passo dopo passo la china. Il tutto grazie alle performance dello streaming a pagamento, la next big thing del settore. Apple Music, il servizio lanciato per questo particolare segmento di mercato da Cupertino che oggi conta 11 milioni di abbonati, secondo Credit Suisse in una prospettiva di lungo termine sarà leader della distribuzione digitale della musica a pagamento con una quota del 45 per cento. E cosa accadrà nel music business da qui ai prossimi dieci anni? Stando alla nota , niente di molto diverso da ciò che succede oggi in Svezia (dove è nata Spotify) e Norvegia, due paesi in cui la banda larga e gli smartphone sono molto diffusi. Condizioni presenti anche in molti altri Paesi che per il 2020 dovrebbero veder crescere lo streaming a pagamento fino a una quota di mercato del 25 per cento. Quanto agli artisti che finora si sono opposti alla distribuzione delle proprie opere in streaming (vedi il caso Adele), secondo Credit Suisse torneranno uno alla volta sui propri passi. Se lo streaming sarà la colonna portante del music business dei prossimi decenni, gli analisti non si attendono particolari balzi in avanti delle vendite in digital download, un sistema di distribuzione che, per quanto relativamente nuovo, potrebbe presto rivelarsi «già» vecchio.

 

HIS MASTER'S VOICE

Agli albori. Il cagnolino icona di “His Master’s Voice”, all’origine del music business