Riprendiamo di seguito l’articolo apparso sul Sole 24 Ore dell’1 ottobre 2015 sullo straordinario momento della musica dal vivo in Italia che, dopo un 2014 da incorniciare, continua a crescere.
La ripresa camminerà anche piano, i consumi faranno pure una certa fatica a ripartire ma a quanto pare a un buon concerto non rinuncia nessuno: nei primi otto mesi del 2015 la musica dal vivo “suona fortissimo”, all’insegna di un incremento degli incassi del 24,38% sullo stesso periodo dell’anno precedente.
Secondo l’elaborazione Assomusica dei dati Siae, da gennaio ad agosto di quest’anno i concerti organizzati in Italia hanno visto la partecipazione di 5,3 milioni di persone, per una crescita del 26,79% sul dato 2014. Il valore dei biglietti staccati si attesta così al di sopra dei 194 milioni, contro i 155,9 milioni dei primi otto mesi del 2014. «L’estate dei concerti – commenta il presidente di Assomusica Vincenzo Spera – è andata molto bene e, quando va bene l’estate, nel nostro settore va bene l’anno intero». La fetta più grande della torta è rappresentata dagli eventi di musica leggera (categoria comprendente pop, rock e cantautorato) che hanno incassato oltre 162 milioni, ma vanno molto bene anche il musical (7,1 milioni d’incasso, crescita del 169%) e il jazz che “fattura” 2,1 milioni, per un incremento di 80 punti percentuali. La differenza l’hanno fatta i grandi concerti negli stadi: «All’estero – prosegue Spera, reduce dal Reeper Bahn Festival di Amburgo – l’Italia è ormai riconosciuta come il Paese di lingua non inglese che vanta il maggior numero di artisti da sold out negli stadi». Cantanti e band tricolori vantano una quota del 66% sul valore degli incassi del mercato domestico. Il concerto con più spettatori del 2015 è quello di Ligabue a Campovolo: 150mila presenze e 7,5 milioni al botteghino. «Era il terzo Campovolo che organizzavamo, – spiega Ferdinando Salzano, patron di F&P Group, agenzia da 80 milioni di fatturato – c’erano le ricorrenze del 25ennale dell’esordio di Luciano e del 20ennale di “Buon Compleanno Elvis”, l’album del grande salto. Una festa cui il popolo dei suoi fan ha risposto con eccezionale entusiasmo». Negli stadi hanno dettato legge Vasco Rossi (14 date) e Jovanotti (13 date). Il primo dei due tour era a cura di Live Nation, multinazionale che è leader di settore. «Il 2015 – commenta il presidente italiano Roberto De Luca – si sta rivelando un anno molto positivo, anche per le performance di Tiziano Ferro. In più, sul versante internazionale, a Torino abbiamo i sold out delle due date degli U2 di qualche settimana fa e delle tre di Madonna in programma a novembre».
Sempre sul versante internazionale, quella trascorsa è stata anche l’estate dei 92mila spettatori riunitisi a Imola per gli AC/DC, evento che tra incasso e indotto ha mosso qualcosa come 15 milioni. «Esperienza eccezionale – per Claudio Trotta, numero uno di Barley Arts – che, insieme con i Kiss all’Arena di Verona, ha rappresentato il clou di un anno per noi all’insegna di varietà, qualità e quantità». Buon momento anche per i festival che in Italia, per funzionare, piuttosto che concentrarsi in pochi giorni devono abbracciare un calendario “lungo”. Come il Lucca Summer Festiva di D’Alessandro e Galli, 13 date a luglio per un calendario che andava da Bob Dylan a Robbie Williams. Incremento sugli incassi del 42% sull’edizione 2014 e indotto sul territorio che Ipsos ha stimato in 12 milioni. «L’exploit – spiega Mimmo D’Alessandro – è anche figlio dell’estensione dell’agibilità di piazza Napoleone da 11mila e 500 a 16mila persone, circostanza che ci ha consentito di ospitare eventi di richiamo maggiore». Bene pure la settima edizione di Rock In Roma, kermesse delle Capannelle che «dopo il successo dei Metallica nell’edizione 2014 – commentano gli organizzatori Massimiliano Bucci e Sergio Giuliani – si è imposta come palcoscenico di riferimento per gli appassionati di hard & heavy, ospitando quest’anno artisti del calibro di Linkin Park e Muse». Per un’estate da 210mila spettatori.