Si risolve con un accordo stragiudiziale l’ultima disputa sull’eredità di Jimi Hendrix. L’intesa risale al mese scorso ma è stata resa nota soltanto in questi giorni: per una cifra non specificata Experience Hendrix Llc, società controllata dalla sorellastra Janie che detiene i diritti sull’intero patrimonio del Mancino di Seattle, ha sepolto l’ascia da guerra con la HendrixLicensing.com, azienda specializzata in merchandising che il fratello Leon aprì con il socio Andrew Pitsicalis. La causa – ricostruisce il «Seattle Times» – risale al 2009, quando la Experience Hendrix, attraverso la controllata Authentinc Hendrix, trascinò davanti alla Corte distrettuale di Washington Leon e Pitsicalis per violazione di marchio registrato. A maggio il Tribunale si pronunciò a favore di Janie, proibendo alla HendrixLicensing.com di fare uso del marchio di famiglia. Restava pendente la questione risarcitoria, superata da quest’ultimo accordo. Com’è noto, Jimi non lasciò alcun testamento. Al contrario di suo padre Al che, alla sua dipartita nel 2002, trasmise l’intero patrimonio del Generale Stratocaster, stimato in 80 milioni di dollari, a Janie. Ma Leon non si diede affatto per vinto e scatenò gli avvocati. Curioso a considerare la biografia di Jimi, funambolo della sei corde poco attaccato al denaro che abbandonò casa poco più che ragazzino ed ebbe scarsi rapporti, nella sua breve e turbolenta esistenza, con la famiglia (la foto qui sotto documenta quello che in pratica fu l’unico incontro dell’Hendrix famoso con i propri congiunti). Destino beffardo? Succede. Consoliamoci con «Freedom: Atlanta Pop Festival», il doppio album in uscita il 28 agosto che documenta l’esplosiva esibizione alla kermesse della Georgia, nel luglio 1970. La grandezza di Jimi – almeno quella – metterà tutti d’accordo. Nei secoli dei secoli.