Umbria Jazz suona benissimo per l’economia: giro d’affari e indotto a 5,8 milioni

Dell’ottima annata di «Umbria Jazz» vi avevamo già parlato. Adesso lo facciamo con ancora maggiore cognizione di causa: quando nel 2007 i contributi pubblici per il più celebre e longevo festival di musica classica nera organizzato in Italia ammontavano a 750mila euro, la kermesse generava un giro d’affari diretto e indiretto da 2,2 milioni; adesso che il budget pubblico-privato è salito a quota 1,9 milioni, le ricadute economiche sul territorio umbro sono quantificabili in 5,8 milioni. I dati arrivano dallo studio «Il valore degli eventi», realizzato per «Umbria Jazz» da Luca Ferrucci del dipartimento di Economia dell’Università di Perugia. Una ricerca che è andata a elaborare una sorta di «cruscotto strategico» della manifestazione, pronto a essere implementato con dati ulteriori nonché esteso alle prossime edizioni. Nel cruscotto sono finiti indicatori quali le attività di commercio, servizi, trasporti, alberghi e ristorazione oltre al bilancio della Fondazione Umbria Jazz stessa. Ne esce fuori un «circolo virtuoso», con il festival che diventa musica per le orecchie di imprese e istituzioni delle città coinvolte. Per capirci: prima della kermesse il tasso di occupazione alberghiero era del 52%, durante «Umbria Jazz» è salito all’86 per cento. Durante il festival il pozzo etrusco ha registrato il 34% in più di biglietti staccati, Palazzo Sorbello il 49% in più, la Galleria Nazionale dell’Umbria il 30% in più. Il Minimetrò ha incassato 106.500 euro in più nel periodo di «Umbria Jazz» rispetto al resto dell’anno. Nello studio non manca uno spacchettamento del bilancio della Fondazione che organizza il festival. Il valore, quest’anno, si è attestato a quota 3,9 milioni: primeggiano biglietti e merchandising (1,24 milioni), davanti al contributo del ministero dei Beni culturali (1,23 milioni), poi sponsor (746mila), regione Umbria (500mila), Fondazione Cr Perugia (70mila), comune di Perugia (53mila) e Camera di commercio (50mila). Con questi presupposti, si arriva a un giro d’affari diretto e indiretto di 5,8 milioni.