Alla fine si è mosso il governo. C’è voluto il servizio de «Le Iene» per sbloccare la pratica, se consideriamo che il precedente tentativo di regolamentare il fenomeno proposto dal deputato Pd Massimo Fiorio era stato respinto. Quest’oggi l’esecutivo nazionale ha presentato un emendamento alla legge di Bilancio (quello riportato in foto) per contrastare il fenomeno del secondary ticketing ossia, si legge nella relazione illustrativa, «il collocamento di biglietti per manifestazioni si spettacoli acquistato online in maniera massiva da apposite piattaforme e successivamente rivenduti a prezzi maggiorati molto superiori rispetto al prezzo esposto sul biglietto». Per il ministro dei Beni culturali Dario Franceschini si tratta di «un fenomeno intollerabile e i fatti di questi giorni dimostrano che non è sufficiente l’autoregolazione ma serve un intervento legislativo». La norma contro i «bagarini online» prevede anche multe da 30mila a 180mila euro per ciascuna violazione accertata. Il provvedimento era nell’aria, come sanno i lettori di «Money, it’s a gas!». Il presidente di Siae Filippo Sugar (nella foto con Franceschini) esprime «un particolare apprezzamento per l’intervento del ministro dei Beni culturali per stroncare un fenomeno intollerabile come quello del bagarinaggio online».
Anche dai promoter arriva un plauso: «Apprendo con viva soddisfazione – dichiara il presidente di Assomusica Vincenzo Spera – che, questo pomeriggio, il ministro Franceschini ha annunciato che presenterà un emendamento alla Legge di Bilancio per limitare e contrastare il fenomeno del bagarinaggio online, o più conosciuto come secondary ticketing. Sono davvero lieto di notare questa unità di vedute tra Assomusica e il ministro». Il tutto ribadendo che «l’associazione è sempre in prima linea per garantire la legalità ed evitare che si possa lucrare su eventi culturali che favoriscono l’arte e la socializzazione». Per i discografici Enzo Mazza, presidente di Fimi, sottolinea che «l’intervento normativo, così come avvenuto per fenomeni gravi come la pirateria, è assolutamente necessario per stroncare il fenomeno bloccando, se necessario, i siti che praticano questa attività».