Concerti, il «patto» di Milano tra Siae e organizzatori (ma servirebbe una legge quadro)

Quello di oggi è il giorno degli Mtv Ema, i particolarissimi «oscar» assegnati dalla rete ammiraglia di Viacom ai musicisti che si sono maggiormente distinti su territorio europeo: appuntamento in serata al Forum d’Assago con Ed Sheeran nelle inedite vesti di presentatore. Quella di ieri è stata la giornata del «Patto per la musica live nelle città del futuro», carta condivisa da Siae, Agis, Assomusica, Federculture, comune di Milano e Anci al Palazzo Reale del capoluogo lombardo, al termine della due giorni di «Musica Viva», organizzata sempre nell’ambito della Mtv Music Week con la partecipazione del ministro dei Beni culturali Dario Franceschini. L’intento di enti e associazioni che si sono riuniti in gruppi di lavoro era individuare un percorso comune a partire dal quale riformare le leggi che regolano il settore: dalla riduzione del carico burocratico per gli organizzatori a nuove risorse – proposta, quest’ultima, del ministro Franceschini – a sostegno dei concerti attinte dal Fus. «L’industria della musica contemporanea popolare – ha detto il presidente di Assomusica Vincenzo Spera, subito dopo l’evento – deve essere sostenuta, valorizzata, promossa e agevolata al pari dell’industria cinematografica o teatrale, considerata inoltre la comprovata valenza turistica, nazionale e internazionale. I luoghi in cui sono organizzati spettacoli musicali dal vivo devono essere valutati come luoghi della cultura, sia al chiuso sia all’aperto». Ma la strada da compiere, in questo senso, appare ancora lunga. «La politica – prosegue Spera – dovrebbe imparare a conoscere il mondo dell’arte a 360 gradi. C’è troppa attenzione del sistema dedicata ai beni culturali del passato, purtroppo molto poca a quelli del futuro. Oggi abbiamo bisogno di strumenti reali affinché le attività culturali siano considerate al pari di beni e servizi essenziali. Lo Stato deve legiferare tenendo conto delle peculiarità e le caratteristiche proprie del settore. La collaborazione con il comune di Milano ha portato, per esempio, enormi benefici. Questo dimostra l’importanza della sinergia tra le istituzioni». Tre, secondo Spera, i punti dai quali ripartire: «Innanzitutto occorre riformare l’istruzione e la formazione, prevedendo corsi di musica fin dalla tenera età, con un approccio moderno, basato soprattutto sull’ascolto e sull’utilizzo più esteso di strumenti. Favorire la formazione professionale dei musicisti e infine istituire la formazione professionale delle varie figure coinvolte nella filiera, da quelle tecniche a quelle organizzative (responsabili, direttori, assistenti di produzione), a quelle amministrative, a quelle addette alla promozione e comunicazione, fino alla figura di organizzatore di spettacoli dal vivo, con conseguente riconoscimento delle categorie in appositi albi o elenchi certificanti, tramite il coordinamento con le regioni». Si guarda all’Europa: «Grazie al lavoro svolto negli ultimi due anni con la direzione generale Educazione e cultura della Commissione europea cominciano a maturare i primi frutti con la realizzazione di un Forum dedicato al settore, che si aprirà ufficialmente al “Midem” di Cannes, già dalla prossima edizione e con un progetto che prevede l’istituzione di un fondo destinato alla musica come avviene già per il cinema». La sintesi del pensiero di Spera sta in una citazione di papa Francesco: «Non c’è futuro per le giovani generazioni senza creatività e senza la possibilità di esprimerla liberamente. Solo con la creatività si crea innovazione e internazionalizzazione». Una vera rivoluzione copernicana per la musica live, secondo il presidente di Assomusica, arriverà solo «attraverso una legge quadro che ci metta in condizione di imprimere una sterzata al settore». Quelle esistenti sono retaggio del passato, la musica invece punta a guardare al futuro.

 

Il presidente di Assomusica Vincenzo Spera

Il presidente di Assomusica Vincenzo Spera