Universal Music è la casa discografica con quota di mercato maggiore nella Top 100 delle trasmissioni radio 2024

EarOne Airplay 2024, le classifiche radio per quote di mercato delle case discografiche

Oltre a dominare le charts Fimi GfK Top of the Music, Universal Music s’impone anche sull’airplay: i suoi artisti occupano infatti il 42,8% delle posizioni della Top 100 EarOne Airplay del 2024. Dati molto interessanti quelli che emergono dal report EarOne su classifiche, riconoscimenti e protagonisti dell’anno che si è appena concluso. Il brano più trasmesso dalle radio italiane è stato per esempio «Karma» di The Kolors (nella foto Ansa), band in quota a Warner Music prima anche nel 2023, davanti a «Sesso e Samba» di Tony Effe e Gaia, co-produzione Universal Music-Sony Music, e «Malavita» dei Coma Cose, prodotto da Asian Fake e distribuito da Warner Music.

La verticalizzazione per quote di mercato delle case discografiche offre spunti ulteriori: esce per esempio fuori che Universal Music è l’etichetta più presente in classifica, grazie alle performance degli artisti scritturati dalle sue controllate Emi (23,9%), Island (17,8%) e Virgin (1,1%). Messe insieme, le label di punta di casa Um esprimono quindi il 42,8% dei cento brani più trasmessi dalle radio italiane.

Poi ci sono Warner Music con il 28,1% delle posizioni in Top 100 e l’altra major Sony Music (19,1%). Bmg è a metà strada tra major e indipendenti (2,8%), quindi in ambito prettamente indie troviamo Energy Production (1,6%), Sugar (1,1%), American Dogwood (0,9%), Artist First (0,8%), Ultimo Records (0,8%), Spin-Go! (0,7%) e Th3rd Brain (0,7%).

All’interno del report il ceo di EarOne Maurizio Gugliotta si sofferma sul ruolo della radio nei mutati scenari di fruizione della musica: il medium deve infatti «cogliere in primis le opportunità offerte dalle auto connesse, perché sono decine di milioni le persone che la ascoltano giornalmente proprio in quei luoghi. Le auto saranno dotate di dashboard evolute che integrano suono, grafica e contenuti visivi, permettendo alla radio di essere competitiva con i suoi rivali nativi digitali e attraente verso quei target che non hanno mai provato l’ebrezza di sintonizzarla per cercare la propria stazione preferita. Dab, Fm, Ip o ibrida, poco importa agli ascoltatori, che devono essere affascinati e coinvolti nella migliore esperienza d’ascolto possibile. Stiamo assistendo ad una corsa al presidio di tutti gli oggetti dotati di uno schermo e di un altoparlante, ma in tutto questo è importante che la radio non perda di vista la sua essenza originaria: la capacità di connettere le persone, di informarle, di intrattenerle ed emozionarle con la spontaneità e umanità della propria voce e, naturalmente, con il brano giusto al momento giusto», conclude Gugliotta.