Mentre dai panel della Milano Music Week il sottosegretario alla Cultura Gianmarco Mazzi invocava una stretta sui rapper da parte dei discografici italiani, il Tribunale di Los Angeles ha rinviato a giudizio il rapper A$AP Rocky (nella foto Afp in aula), accusato di aver sparato a un ex amico e collaboratore fuori da un hotel di Hollywood nel 2021. Il giudice della Corte Superiore M.L. Villar ha emesso il verdetto durante l’udienza preliminare dopo aver ascoltato circa un giorno e mezzo di testimonianze.
Rocky si è dichiarato non colpevole del reato di aggressione con arma da fuoco semiautomatica. Il suo avvocato ha cercato di mettere in dubbio la ricostruzione durante la deposizione di un detective della polizia. La 35enne star dell’hip-hop, magnate della moda, due volte candidato ai Grammy ha una relazione con Rihanna, con la quale ha due figli piccoli. Si stima che il suo patrimonio si aggiri sui 20 milioni di dollari.
Secondo i pubblici ministeri, se condannato per tutti i capi d’accusa, A$AP Rocky potrebbe scontare fino a 24 anni di carcere. Il giudice losangelino ha dichiarato che «la totalità dei video e delle testimonianze» mostra che ci sono prove sufficienti per portare l’imputato al processo, sottolineando che le udienze preliminari hanno uno standard di prove molto più basso rispetto a un processo.
«Non siamo delusi, non siamo sorpresi, ci aspettavamo di andare a processo, lo abbiamo sempre messo in conto», ha dichiarato fuori dal tribunale l’avvocato di Rocky, Joe Tacopina. «Rocky sarà vendicato quando tutto sarà finito, senza alcun dubbio».
Nel primo giorno dell’udienza, la vittima Terell Ephron ha testimoniato che lui e Rocky, suo amico fin dall’infanzia, avevano fatto parte dello stesso collettivo di musicisti e artisti nella loro scuola superiore di New York.
Ha raccontato che il loro rapporto aveva iniziato ad inasprirsi una prima volta a Hollywood il 6 novembre 2021, quando Rocky gli aveva puntato contro una pistola, e in un successivo scontro aveva sparato dei colpi che avevano sfiorato le nocche di Ephron.
«Non c’è bisogno di nient’altro che della testimonianza del signor Ephron», ha detto il viceprocuratore distrettuale Paul Przelomiec al giudice prima del verdetto, aggiungendo che il video di sorveglianza che ha ripreso parti dell’incidente «conferma esattamente ciò che il signor Ephron ha detto».