Giornata pesante? Prendila con più musica. Laddove «pesante» sta per «indicazione di carattere che sottolinea la gravità esecutiva». Scegliere è uno scherzo: c’è un concerto per tutti. E qui, per «scherzo», intendiamo «forma musicale che rappresenta la brillante erede del Menuetto». Perché la nuova stagione della Sinfonica è troppo «forte» (nel senso dell’intensità di suono e volume) e in fondo in Auditorium ti senti subito a casa, con «subito» che indica l’immediatezza con cui l’orchestrale dovrà eseguire l’ordine della partitura.
Sono i quattro claim della campagna abbonamenti 2023/2024 lanciata dall’Orchestra Sinfonica di Milano, una campagna visibile in cartellonistica in giro per la città con un principio animatore inequivocabile: «Le parole sono le stesse, ma in musica suonano meglio». A fare da testimonial d’eccezione, quattro professori d’orchestra della Sinfonica i cui strumenti ben si abbinano ai concetti rappresentati. Quasi a mo’ di legenda, sulle pubblicità in questione è posizionato un box (con tanto di specifica fonetica) in cui si spiegano le parole «pesante», «scherzo», «forte» e «subito» nella loro valenza musicale.
Il mondo della musica classica, si sa, è un mondo percepito a volte come difficilmente accessibile, distante, di difficile comprensione. La sfida che si propone l’Orchestra Sinfonica di Milano è quella di abbattere questi pregiudizi, facendo comprendere che la musica classica è alla portata di tutti, che non c’è bisogno di chissà quale preparazione o rito iniziatico per poterne apprezzare la incommensurabile bellezza.
E allora, consci di questo, la Sinfonica parte da un assunto: parliamo la stessa lingua. Non importa essere diplomati in conservatorio per intuire a grandi linee il significato delle parole che si trovano su una partitura. Fate aprire una partitura a una persona che parla italiano, e anche senza leggere la musica potrà già capire che cosa succede, che atmosfere si creano nei vari passaggi, perché capisce le parole «delicato», «pesante», «dolce», ma anche «forte», «piano», «subito». E allora partiamo da qui, partiamo dal linguaggio, ciò che abbiamo in comune, per trasmettere il messaggio che tutti hanno gli strumenti per capire quello che facciamo. È un invito a prendere parte all’esperienza della musica sinfonica, e a farlo regolarmente, quasi come andare in palestra o in piscina. Perché la musica sinfonica fa bene, e fa ancora meglio se assunta nel quotidiano, alla fine di una giornata lavorativa.
«Superare i preconcetti che riguardano il mondo della musica classica e della musica sinfonica, un invito ad aprirci alla fruizione anche solo emotiva della grande musica», sottolinea Ruben Jais, direttore artistico e generale della Sinfonica di Milano. «Questo uno degli scopi della nostra nuova campagna di comunicazione, che vuol far capire a tutti quanto la musica classica sia vicina alla nostra quotidianità. La nostra orchestra – continua il maestro – vuole condividere con il proprio pubblico un traguardo importantissimo: 30 anni dalla fondazione, da quel famoso 13 novembre del 1993, quando per la prima volta il maestro Vladimir Delman diede l’attacco al primo concerto della nostra orchestra. E per farlo abbiamo riunito intorno a noi, nella splendida sede dell’Auditorium di Milano e nel Duomo di Milano le maggiori orchestre sinfoniche italiane. Un’operazione che vuole dimostrare come il nostro mondo non sia costituito da individualità, ma da un sistema che produce cultura ad un altissimo livello di qualità nel nostro Paese, e che vuole condividere la forte emozione della musica sinfonica con tutti i cittadini della nostra città e non solo». Un’offerta importante, supportata da una campagna media all’insegna della contemporaneità.