Certe notizie somigliano terribilmente a una sceneggiatura di Paolo Sorrentino. Prendete questa: aeroporto di Lamezia Terme, provincia di Catanzaro, interno giorno. Arriva Calvin Cordozar Broadus Jr, meglio noto come Snoop Dogg, anni 43 californiano, profeta del West Coast rap. È reduce da una serata al Tempio di Atlantide, discoteca di Montepaone Lido, e sul suo jet privato, sta per decollare con destinazione Gran Bretagna, dove si esibirà al Kendal Calling Festival. Passa per il varco della guardia di finanza e un militare, al di là di look eccentrico e monili sgargianti, non può fare a meno di notare che il bagaglio dell’artista di calibro internazionale contempla anche due sofficissimi cuscini di piume. Gli serviranno per la pennichella volante, sarà stato il primo pensiero, siccome che gli artisti di calibro internazionale hanno il cruccio di dormire poco o nulla di notte e di recuperare quando sono in viaggio. Il finanziere, tuttavia, non resiste alla tentazione di dare una sbirciata all’interno dei due cuscini e, con grande sorpresa, ci trova 422mila dollari in contanti. Qui stacchiamo su una hit del Nostro: «Money, money is everything/ It’s the crack to the fiend/ It’s the King to the Queen». Ma qui siamo in Italia, non a Long Beach e allora scattano i dettami della Legge anti-riciclaggio con i militari che dispongono il sequestro di 200mila euro, quasi la metà dell’intero importo oggetto della discordia. Il vecchio Snoop reduce dalla pubblicazione, a maggio scorso per Sony Music, dell’album «Bush» non batte ciglio, collabora, consegna i soldi e chiede solo il permesso di spiccare al più presto il volo per la costa albionica, dove lo attendono i prossimi impegni lavorativi. Verrà accontentato. A contendere la cifra allo Stato italiano sarà un pool di quattro avvocati nominato per la bisogna: probabile che il nostro riesca a spuntarla e a riavere indietro i soldi, previo pagamento di una multa. «The Doggfather» non ha un grandissimo feeling con l’ordine costituito, se si considerano gli innumerevoli precedenti per possesso di droga e armi da fuoco, ultimo dei quali una settimana fa in Svezia, quando fu fermato e sottoposto ad analisi delle urine dietro il sospetto di guida sotto l’effetto di stupefacenti. Che i maestri dell’hip hop vadano pazzi per il cash non desterà certo tutta questa grande sorpresa, data la retorica «money-orientend» di gran parte della loro produzione. Se Paolo Sorrentino davvero volesse tirare fuori una sceneggiatura da questa vicenda, siamo sicuri che insisterebbe su un aspetto molto diverso: ragazzi, c’è Snoop Dogg a Lamezia Terme! Ragazzi, che ci fa Snoop Dogg a Lamezia Terme? «Money, money is everything/ It’s the crack to the fiend/ It’s the King to the Queen».
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