Quando la sostanza non è tantissima, la comunicazione diventa tutto. È una regola di buonsenso che vale per qualsiasi campo d’azione dell’essere umano, soprattutto nella famigerata era dello storytelling. Vale ovviamente anche per la musica italiana contemporanea, dove la sostanza non abbonda, volendo usare un eufemismo. Prendete Anastasio: ha vinto X Factor, ma sul piano della comunicazione continua a infilare scivoloni. A una settimana dalla rivendicazione dei like alle pagine Facebook di Trump, Salvini e Casa Pound al grido di «sono un libero pensatore», eccolo nella sua terra natia, Meta di Sorrento, oasi ridente della non proprio ridentissima provincia di Napoli. Parla dimaiescamente al balcone del Liceo classico Publio Virgilio Marone e fin qui tutto bene; va in comune a tagliare la torta con la scritta «Grazie Marco» in compagnia del sindaco Giuseppe Tito, quelle foto finiscono sulla pagina Facebook ufficiale della lista civica del primo cittadino Patto per Meta e qui va meno bene; in località Casale di Meta partecipa alla tombolata cittadina estraendo i numeri dalla panarella in compagnia di pulcinella e qui va piuttosto male per un artista che parte ora e ha tutto l’interesse a costruirsi una «reputation» (come dicono quelli bravi), quindi a mettere in piedi una comunicazione credibile. Come dire: il ragazzo dà un’immagine di sé piuttosto ruspante che non ci sembra coincida con il suo percorso al talent show di Sky. Ma in Sony Music, etichetta che pubblica gli inediti dei concorrenti di X Factor, lo sanno? Sarebbe interessante comprendere quali strategie comunicative immaginano per il progetto Anastasio. Qua c’è una strada da asfaltare. Lavorare di manubrio per schivare le buche che di volta in volta ci troviamo davanti non deve essere semplice né divertente. Rimandare il discorso non serve. Neanche per il rapper che se oggi potesse cambiare il mondo lo farebbe domani.