La band brianzola Mercanti di Liquore

Mercanti di Liquore, il combat folk come spago d’aquilone

Nel Mar Grosso della musica liquida ci puoi pescare di tutto un po’. I più si lasciano portare dalla corrente (nel senso di stream): vale sia per quelli che la musica la producono che per quelli che l’ascoltano. Niente di più facile, oggi che abbiamo in mano la bussola dell’algoritmo e, il più delle volte, ci accontentiamo di andare esattamente dove dobbiamo andare, senza il gusto di perdersi che è il sale della vita. Fortuna però che c’è chi non si stanca di continuare a navigare «in direzione ostinata e contraria».

Vedi alla voce Mercanti di Liquore, band di combat folk brianzola reduce dalla pubblicazione di «Non ci troverete mai», loro sesto album distribuito in digitale da A1. Lorenzo Monguzzi, cantante, chitarrista e principale autore della band, rivendica l’«appartenenza ad un mondo e ad una cultura orgogliosamente marginale e periferica. Storia vecchia ma sempre affascinante e irrinunciabile per chi in quella cultura ci è nato e cresciuto. Dichiarazione che diventa musica e parole e che rappresenta, nella storia del nostro gruppo, un discorso da riprendere, dopo tanti anni di silenzio».

Succede nella coinvolgente cavalcata folk di «Coltivare l’ortica», costruita sull’arpeggio di banjo di Andrea Verga, ispirata da Prevert ma forse pure un po’ da Brecht (in un’epoca come quella che stiamo attraversando, ogni tanto fa bene sedersi dalla parte del torto), e anche nel tragicomico «Quadretto» delle due vecchine lombarde, graziose quanto possono essere terribili i discorsi che fanno. C’è l’elogio dei «Balordi», introdotto dalla fisarmonica di Elio Biffi, e l’importanza di dichiararsi «Prigioniero poetico», il verso della «Tortora» che può suonare come un segnale d’allarme rock e il pacifismo del «Topo», perché anche il combat folk deve avere una propria etologia. Tutto culmina in «Questa chitarra», ossia quella di Monguzzi che evidentemente «ne ha prese di botte». Però «lei combatte, resiste, riflette e non molla la presa». Deve essere fatta dello stesso legno di quella di Woody Guthrie che, per chi non lo sapesse, era una macchina ammazza-fascisti.

Musica di testimonianza, quella dei Mercanti di Liquore che mercoledì 3 settembre suoneranno in una Lake Arena di Lecco piena al massimo della capienza. Musica necessaria, coi tempi sciagurati che corrono. Il poeta e militante greco Ghiannis Ristos diceva: «Ti si è rotto l’aquilone? Lo spago tienilo». L’album «Non ci troverete mai» ha un po’ la consistenza di quello spago.