Un giudice federale della California ha respinto la richiesta di Universal Music Group e di altri editori musicali di bloccare la società di intelligenza artificiale Anthropic dall’utilizzare i testi delle canzoni per addestrare i suoi modelli di intelligenza artificiale.
Lo riporta Music Business Worldwide, secondo cui in un’ordinanza emessa martedì 25 marzo, il giudice Eumi K. Lee della Corte distrettuale degli Stati Uniti per il distretto settentrionale della California ha respinto la richiesta degli editori di un’ingiunzione preliminare che avrebbe vietato ad Anthropic «di utilizzare copie di testi di composizioni di proprietà o controllate dagli editori per il futuro addestramento dei modelli di intelligenza artificiale di Anthropic».
L’ordinanza è l’ultima svolta in una battaglia legale in corso. Umg, Concord e Abko hanno citato Anthropic nel 2023, sostenendo che l’azienda ha addestrato il suo chatbot Ai Claude sui testi di almeno 500 canzoni di artisti, tra cui Beyoncé, i Rolling Stones (nella foto Ansa) e i Beach Boys, sempre senza autorizzazione.
Nella sua sentenza di martedì sul ricorso di Universal Music, il giudice Lee ha dichiarato che gli editori non sono riusciti a dimostrare un «danno irreparabile», requisito indispensabile per un’ingiunzione di questo tipo.
Il tribunale ha anche sollevato dubbi sulla portata dell’ingiunzione richiesta, che avrebbe coperto non solo le 500 opere identificate nella causa, ma potenzialmente «centinaia di migliaia» di canzoni.
Gli editori musicali stanno essenzialmente chiedendo alla Corte di definire i contorni del mercato delle licenze per l’addestramento dell’intelligenza artificiale in cui la questione del «fair use» rimane «irrisolta», ha scritto il giudice Lee nell’ordinanza di 13 pagine.
Il tribunale ha osservato che, secondo le prove fornite dagli editori, «il mercato delle licenze per l’addestramento dell’intelligenza artificiale è cresciuto nel corso di questa causa, anziché diminuire». Il riferimento è a società come OpenAI, che nell’ultimo anno ha concluso accordi di licenza di contenuti monetizzati con proprietari di proprietà intellettuale come News Corp, Financial Times e Shutterstock.