In Regione Lombardia è stato approvato l’ordine del giorno al PdL 35 «Bilancio di previsione 2024 – 2026» per valutare la fattibilità di un fondo regionale integrativo per i lavoratori dello spettacolo, del teatro e dell’audiovisivo, proposto da Alleanza Verdi e Sinistra.
Nell’ordine del giorno il consigliere regionale Onorio Rosati invita la Giunta regionale e l’assessore competente a valutare la fattibilità dell’istituzione di un fondo integrativo rispetto a quanto previsto dal quadro normativo nazionale.
La Lombardia è la regione dove opera il numero più alto di lavoratori del settore, circa 90mila. Un numero pari a più di un quarto dei lavoratori dello spettacolo italiani. I due terzi di loro hanno un contratto di lavoro dipendente, mentre circa un terzo sono lavoratori autonomi.
Dentro queste cifre troviamo gli artisti, tecnici e le maestranze che lavorano per le produzioni di spettacolo, i lavoratori di strutture teatrali, di fondazioni liriche e sale cinematografiche e i lavoratori intermittenti. La maggior parte delle imprese dello spettacolo è composta da teatri privati, imprese private, associazioni culturali la cui maggioranza ha sede proprio nella città di Milano e da loro parte una fitta catena di indotto che coinvolge trasportatori, noleggiatori di materiale audio/luci/video e scenografie in cui ai lavoratori, assunti da cooperative, viene applicato maggiormente il contratto intermittente.
Questi lavoratori sono il motore di tutto il sistema culturale lombardo su cui si fondano le disposizioni e le misure del «Programma triennale per la cultura 2023-2025».
Secondo Rosati, «spesso, i finanziamenti al settore della cultura subiscono dei ritardi che si ripercuotono ulteriormente sui pagamenti dei lavoratori dello spettacolo. Quest’ultimi, spesso parte della categoria dei lavoratori discontinui, ne subiscono i disagi più forti perché già privi di forme di welfare e di una regolamentazione di sostegno. Un Fondo Regionale per i Lavoratori dello Spettacolo sarebbe primariamente una garanzia per coprire eventuali ritardi dovuti a loro volta a ritardi sui finanziamenti. Il comparto dello spettacolo dal vivo, del teatro e dell’audiovisivo è tra quei settori caratterizzati da molta frammentazione e discontinuità contrattuale e retributiva», conclude il consigliere regionale.