Aumenterà di 800mila euro in tre anni il limite massimo di richiesta del tax credit al 30% per le imprese produttrici di fonogrammi, di videogrammi musicali e di musica dal vivo. Ogni impresa quindi in un triennio potrà richiedere e ottenere un credito d’imposta per un tetto massimo di 2 milioni di euro nel triennio (invece degli attuali 1,2 milioni). A prevederlo un emendamento al Dl Fisco (o Dl Anticipi) riformulato dal Governo attraverso il lavoro del senatore Roberto Marti che si è fatto carico del tema e ha presentato un emendamento poi approvato a larga maggioranza.
Questo emendamento fa seguito al risultato del credito totale raccolto nel periodo 2015-2022 pari a 4,3 milioni con ripartizione tra il repertorio major (51,6%) e il repertorio delle indie label (48,4%).
Per Fimi si tratta di un importante risultato che premia il successo del repertorio italiano negli ultimi tempi, su del 20% in soli dieci anni grazie proprio alla crescita degli investimenti delle case discografiche.
«I recenti studi sul settore hanno dimostrato che la media degli investimenti di una casa discografica raggiunge il 29,7% dei ricavi, una della percentuali più elevate in ricerca e sviluppo tra i tutti i settori industriali e in Italia questo è particolarmente significativo perché da anni è focalizzato su nuovi talenti», ha commentato il ceo di Fimi Enzo Mazza. «È molto importante che il ministero della Cultura e in particolare il sottosegretario Lucia Borgonzoni, sotto il cui dicastero ricade la normativa sul tax credit, abbia esteso il plafond per impresa, riconoscendo il rilievo che l’industria ha nella ricerca e sviluppo della musica italiana. Un ringraziamento anche agli sforzi del Presidente Marti che ha sostenuto l’emendamento», ha concluso Mazza.