Sono riassunte in cinque titoli chiave le proposte del Forum Arte e Spettacolo per la riforma del settore a partire dalla stesura dello Statuto del Lavoro nello Spettacolo. Cinque titoli presentati oggi a Bologna in conferenza stampa da Paolo Fresu, Diodato, dal fonico Alberto Butturini, da Matteo Lepore, assessore alla Cultura del Comune di Bologna, e Chiara Chiappa, presidente della Fondazione Centro Studi Doc. Alla conferenza stampa hanno partecipato anche i senatori Francesco Verducci (Pd), Michela Montevecchi (M5S) e Loredana Russo (M5S), assieme ai deputati Matteo Orfini (Pd), Alessandra Carbonaro (MSS) e Nicola Fratoianni (Sinistra Italiana).
Il blocco delle attività artistiche e di spettacolo per il Covid-19 ha messo in luce i limiti reali in cui il settore si muove da decenni amplificandone le fragilità e rendendo con il passare dei mesi sempre più reale il rischio di disperdere un patrimonio unico al mondo di competenze e talenti. In questo panorama, il Forum Arte e Spettacolo è nato per raccogliere in un unico spazio il vasto mondo dello spettacolo con l’obiettivo di contribuire al progetto di riforma strutturale e complessiva del settore. Il Forum Arte e Spettacolo oggi riunisce oltre 50 associazioni, organizzazioni e realtà provenienti dalla filiera dello spettacolo che insieme hanno elaborato un pacchetto di proposte utili alla stesura dello Statuto del Lavoro nello Spettacolo e alla creazione di un sistema organizzativo semplice e trasparente.
Ecco le cinque proposte del Forum Arte e Spettacolo nello specifico:
Proposta n. 1 – Posizione previdenziale unica per artisti e professionisti dello spettacolo, con identica contribuzione e diritti, che preveda anche l’assicurazione infortuni Inail, senza diversificazione in base ai contratti di lavoro applicati e che consideri anche il montante dei compensi, non solo il fattore tempo, come misura delle prestazioni.
Proposta n. 2 – Reddito integrativo per artisti e professionisti dello spettacolo, da richiedere nei periodi di sospensione delle attività che comportano assenza di reddito e di indennità.
Proposta n. 3 – Sportello unico su piattaforma open source sul quale organizzare i registri delle professioni e tutti gli eventi. Una procedura semplificata per tutte le pratiche connesse all’organizzazione di eventi, che vengono protocollati con codice identificativo unico.
Proposta n. 4 – Semplificazioni per l’organizzazione di spettacoli e manifestazioni artistiche: contratto semplificato per prestazioni di spettacolo occasionali, iter specifici per la gestione della sicurezza dello spettacolo, supporto per esordienti e forme innovative di associazionismo e organizzazione.
Proposta n. 5 – Incentivi economici a sostegno dello Spettacolo: aliquote Iva al 4%, detrazioni fiscali per tutti i corsi di musica e arte e credito d’imposta esteso a tutti gli enti pubblici e privati che operano in ambito culturale.
«Arrivavo da un momento di grande condivisione, dopo Sanremo», ha sottolineato Diodato durante l’evento del Forum Arte e Spettacolo. «Durante il lockdown ho avuto modo di riflettere molto. Attraverso i social ho raccolto la sofferenza di tutti i tecnici con i quali lavoro e sono cresciuto. Emergevano in modo complesso i timori per il futuro e venivano a galla le problematiche del nostro settore. Durante il lockdown cosa avremmo fatto senza la musica, senza la cultura? E in quei giorni per la prima volta mi sono sentito parte di un unicum. Mi sono interessato e ho iniziato a studiare dinamiche che non conoscevo. Ho capito che io e altri colleghi artisti potevamo amplificare questi messaggi e accendere un riflettore sui lavoratori dello spettacolo. Mi fa strano che un Paese come il nostro che ha un patrimonio culturale unico al mondo faccia ancora così fatica quando si parla di cultura. Ma credo che questa intrapresa dal Fas sia la strada giusta. Non solo per i lavoratori dello spettacolo, ma per tutti noi. Io continuerò a metterci la faccia per amplificare il messaggio il più possibile».
Gli fa eco Fresu: «Si potrà dare un senso al lockdown solo rivedendo il passato per costruire il futuro», ha commentato Paolo Fresu. «Quello del mondo dei lavoratori dello spettacolo necessita una profonda disamina capace di individuare la precarietà di un grande comparto. Una indagine tesa verso la scrittura di un nuovo statuto professionale capace di collocare gli artisti e le maestranze in un luogo nuovo e protetto. Solo così ci sentiremo fieri del nostro ruolo sociale contribuendo alla crescita del Paese e intravvedendo un domani migliore per noi, le nostre famiglie e la più ampia comunità», ha concluso l’artista.