Abbiamo un bel po’ di amici che vivono a Roma, eravamo un po’ in pensiero per loro, considerando quello che ci raccontano, oggi ci sentiamo tutti un po’ più sollevati perché è finalmente arrivata la notizia che stavano aspettando da tempo: la Capitale nel futuro prossimo potrebbe dedicare le vie di un nuovo quartiere a una serie di cantanti che nei decenni trascorsi hanno reso immortale la musica pop e rock. Tutto nasce da un’idea lanciata dalla presidente della commissione Cultura del Campidoglio, Eleonora Guadagno.
Appena letto il take di agenzia, sulle prime abbiamo pensato a uno scherzo, poi ci è venuta seriamente la tentazione di rivolgere alla simpatica consigliera comunale in forza al Movimento 5 Stelle, come la sindaca Virginia Raggi, la stessa domanda che nella prima stagione della serie Tv «Fargo» esce dalla bocca di Billy Bob Thornton: «È davvero questo quello che vuoi?» Ha un senso, nella città per eccellenza, nel posto con più storia e più personaggi storici del mondo, mettendoci dentro cesari, papi e artisti, prendere in prestito personaggi che hanno fatto la storia in altre parti del mondo? Lasciamo stare il fatto che l’idea non è neanche così originale, che le strade dedicate ai musicisti di fama internazionale già abbondano in varie parti d’Italia, che a Rimini c’è via Elvis Presley, a Ferrara via Muddy Waters, ad Agropoli via Frank Zappa e a Cassola, provincia di Vicenza, via Joe Strummer, leader dei Clash. E lasciamo stare pure il fatto che la presidente di commissione Guadagno proponga come primi nominativi possibili da infilare nella toponomastica capitolina quelli del frontman dei Queen Freddie Mercury, scomparso nel 1991, o della cantante dei Cramberries Dolores O’Riordan, deceduta a inizio anno, segno che l’esponente M5S non abbia gusti musicali ricercati come quelli dei vari sindaci di Rimini, Ferrara, Agropoli e Cassola che prima di lei si sono cimentati col genere. E lasciamo stare financo il fatto che l’annuncio, oggi, sembra voler cavalcare il lancio avvenuto ieri del «Rock in Roma Summer Fest», il cappello nuovo sotto il quale Fondazione Musica per Roma ha inteso raggruppare, a partire dall’anno prossimo, tutti i festival cittadini, da «Rock in Roma» organizzato all’Ippodromo delle Capannelle, con qualche puntata al Circo Massimo, al «Summer Fest» dell’Auditorium Parco della Musica. Nel nostro piccolo di appassionati di musica e frequentatori di obituary rocchettari, un consiglio alla Guadagno lo vorremmo dare.
Come presidente di commissione Cultura, avrà notato che in America la Rock and Roll Hall of Fame ha sede a Cleveland, la Naismith Memorial Basketball Hall of Fame a Springfield, la Automotive Hall of Fame a Dearborn. Gli ambiti sono diversi (musica, sport, industria) ma il concetto è lo stesso: città periferiche, posti dove devi andare apposta, location in cui la storia universale (del rock, del basket, delle auto) diventa un plus per la storia locale (che è piuttosto modesta). E allora, presidente Guadagno, faccia un passo indietro: il quartiere intitolato alle rockstar e alle pop star lo lasci magari allo stradario di Belluno, Forlì o Isernia che, con tutto il rispetto, non saranno mai la Città Eterna. E se proprio vuole ambientarlo a Roma, questo quartiere, stia attenta: una strada dedicata a Courtney Love e alle sue Hole potrebbe essere fraintesa. Sa com’è: con tutte le polemiche che ci sono state per le buche nelle strade della Capitale…