Avete presente i fumetti in cui la fine è vicina, sul mondo si addensano minacciose nubi di distruzione e tutti volgono lo sguardo in su, in attesa dell’intervento salvifico del supereroe di turno? Che sia Superman o Spiderman – universo di riferimento Dc o Marvel – poco importa. Stesso «film» quello che in questi giorni si proietta sul grande schermo dell’industria discografica mondiale: il sistema si sta faticosamente assestando dopo il tracollo degli anni Duemila, nel paniere sono entrate nuove voci (streaming prima di tutto), imperversa il dibattito sulla trasparenza nei rapporti tra case discografiche e piattaforme online d’ascolto ma tutti attendono sospirando la data del 20 novembre 2015. È il giorno fissato dalla indie label Xl Recordings per l’uscita di «25», terzo album di Adele, cantante inglese che non ha esattamente il fisico di Wonder Woman ma rientra nel ristrettissimo novero degli artisti di ultima generazione che a livello mondiale «spostano» in questo particolare momento storico, quelli che ti convincono a uscire di casa e comprare un cd o a restare a casa e scaricare un file (a pagamento, intesi?). Un «club» per sole signore che, secondo la rivista Fortune, oltre alla neo soul singer di Totthenam comprende Taylor Swift, Beyonce, Rihanna e Katy Perry. E via coi dati: la Swift, pronta a litigare con Spotify e a riappacificarsi con Apple Music a giorni alterni, ha venduto 26,3 milioni di copie, Beyonce oltre 15 milioni, Adele 13,5 milioni, Rihanna 10,1 milioni e la Perry 6,3 milioni. Ma mentre la Swift e Beyonce hanno finora pubblicato cinque dischi, Rihanna addirittura sette e Katy tre, Adele si è piazzata in terza posizione con due sole folgoranti uscite, «19» e «21» (per chi non lo sapesse: i titoli della Nostra fotografano sempre l’età anagrafica nell’anno di uscita, un po’ come i Led Zeppelin si affidavano ai numeri romani per marcare la loro discografia). Oltre, secondo Fortune, c’è poco altro: Eminem che vende occasionalmente, Bruno Mars che è atteso alla conferma del terzo disco, Lady Gaga che con «Artpop» ha deluso le aspettative, mentre Justin Bieber e One Direction sembrano aver imboccato la fase calante della parabola (non ce ne vogliano le fan: è l’analisi del magazine americano). Quanto ad Adele, l’attenzione con cui è stato salutato il singolo «Hello», roba da 22,3 milioni di visualizzazioni YouTube in un giorno, promette maledettamente bene. «“25” venderà come “21”?», si chiede Fortune. La risposta è: «Probabilmente no, ma è verosimile che venderà molto bene, cosa che non può essere data per scontata nel 2015».