Chi è cresciuto negli anni Novanta molto probabilmente se lo ricorda. È un tormentone rap costruito su arrangiamento pop, con ritornello coincidente con il titolo: «Do the Bartman». Il Bart in questione è probabilmente il più celebre del mondo: stiamo parlando del primogenito di casa Simpson, formidabile invenzione del fumettista Matt Groening. Il brano risale al 1990, era incluso in «The Simpsons sing the Blues», compilation della Geffen celebrativa della serie tv e raggiunse la vetta della classifica dei singoli in Inghilterra, Irlanda, Norvegia e Irlanda.
Pezzo addirittura leggendario, nell’accezione della leggenda metropolitana: pur essendo accreditato a Bryan Loren, compositore di furbate funk e collaboratore di Whitney Huston, nell’immaginario collettivo aveva come autore occulto nientemeno che Michael Jackson. Che, tra le altre cose, di Loren era grande amico. Il suo nome non sarebbe apparso nei credits, si diceva, a causa del contratto di esclusiva che lo legava alla Sony Music. Chissà quante volte l’avremo sentita questa storia. Ebbene, il sito di informazione britannico Music Business Worldwide svela due particolari molto ghiotti a riguardo. Primo: un anonimo ha acquistato i diritti della canzone per 38.500 dollari. Per farsene cosa non è ancora chiaro, ma potremmo finire per scoprirlo prima o poi. Secondo: Jacko non fu autore del brano – per altro perfettamente riconducibile al sound che in quel periodo avevano i dischi del Re del Pop – ma prestò la sua voce nei cori ed ebbe l’idea di intitolarlo «Do the Bartman». A mettere fine alla disputa – almeno fino a questo momento – è stato lo stesso Bryan Loren che, a poche ore dalla diffusione della notizia sulla cessione dei diritti, è intervenuto rimarcando quasi seccato di essere l’unico vero autore del brano. E smentendo l’intervista del 1998 in cui Matt Groening andò ad alimentare la leggenda del coinvolgimento di Mr. Thriller. «Forse questa notiziola – ha dichiarato – non è sensazionale come dire che Michael Jackson abbia contribuito a scrivere la canzone ma, vi assicuro, non l’ha fatto». Viene solo un dubbio: chi ha scucito quasi 40mila dollari per accaparrarsi i diritti di «Do the Bartman» sapeva che Jacko fu completamente estraneo alla sua stesura?