«Prendo casa in Toscana e pago tasse forfait». Gli effetti della Flat Tax sulle rockstar

Si è a lungo parlato di Flat Tax, la cosiddetta «tassa dei Paperoni» grazie alla quale le persone fisiche che trasferiscono la propria residenza in Italia (senza essere stati residenti nel nostro Paese nei nove dei dieci precedenti anni) subiscono una tassazione forfettaria annua pari a 100mila euro per tutti i redditi prodotti all’estero, mentre su quelli prodotti in Italia si continueranno ad applicare le ordinarie imposte. Il tutto in deroga al principio generale di tassazione «worlwdide» secondo cui un soggetto è tassato nel paese di residenza per i redditi ovunque prodotti. Quali effetti potrebbe avere questa misura nel mondo della musica? Lo abbiamo chiesto a Massimo Foschi, partner dello studio legale e tributario Biscozzi Nobili di Milano che assiste, da oltre 30 anni, Sony Music Italy e Sugar Music. La misura, secondo Foschi, «può risultare molto interessante anche per artisti e musicisti stranieri di fama internazionale che realizzino cospicui guadagni al di fuori dei nostri confini. Venendo a vivere in Italia e trasferendo la propria residenza nel nostro Paese esaurirebbero il proprio carico fiscale in Italia per i redditi di fonte estera con il pagamento annuo di 100mila oltre all’eventuale tassazione nei paesi in cui gli stessi sono stati prodotti, indipendentemente dal reddito effettivamente conseguito. La tendenza (già in voga) da parte di parecchi artisti internazionali nel corso di questi ultimi anni di acquistare immobili di pregio in Italia – si pensi a Elton John, Sting (nella foto Ansa), Max Weinberg, Mick Hucknall – potrebbe ampliarsi, tramite tale nuova leva fiscale, con il trasferimento anche della residenza nel nostro Paese; innalzando indirettamente il gettito dell’erario a seguito dell’indotto di ricchezza patrimoniale ed economica che potrebbe entrare nei nostri confini. Infatti tale disposizione intende favorire gli investimenti, i consumi ed il radicamento di nuclei familiari ed individui ad alto potenziale in Italia da parte di soggetti non residenti. Chissá quindi – prosegue Foschi – che il riconoscimento d’amore manifestato da Bruce Springsteen al nostro Paese, davanti a 60mila fans lo scorso luglio a San Siro non possa fuoriuscire dai confini dell’esibizione “live”, grazie all’incentivo a trasferirsi nel nostro paese che una tassazione forfettaria di tal genere può fornire a chi è abituato a misurare i propri guadagni in multipli di milioni. Oltre agli investimenti immobiliari e alle motivazioni anagrafiche (si vedano i numerosi artisti di origini italiane, quali il citato Bruce Springsteen, Steven Tyler, Michael Bublé, Madonna, Lady Gaga, Alicia Keys e Ariana Grande) l’attrattiva di un regime fiscale concorrenziale potrebbe infatti innalzare l’interesse di questa categoria di “Paperoni” nei confronti dell’Italia».