La musica è in crisi profonda. Le casa discografiche tutti i giorni sono chiamate a cimentarsi con la difficile sfida del reinventare sé stesse. Per un giovane artista è sempre di più un salto nel vuoto lasciare la prospettiva di un lavoro «serio» per provare a farcela con le proprie composizioni. Tutto vero, per carità. Ma anche no: scopri infatti che esistono aziende che con la musica, a livello teorico, dovrebbero avere poco a che fare, eppure in pratica promuovono format di approfondimento musicale, producono band indipendenti, addirittura le affiancano nell’organizzazione dei tour.
Vedi alla voce Optima, multi-utility con quartier generale a Napoli, 194 milioni di fatturato e più di 200mila clienti in giro per l’Italia cui fornisce elettricità, gas, telefono e internet. L’azienda di servizi, con oltre 700 collaboratori in tutto il Paese, nella musica ci crede eccome: l’anno scorso ha investito nelle attività di marketing legate alle sette note 4,5 milioni. Cifra che per il 2017 dovrebbe innalzarsi sino a quota 7 milioni. «Prima di comunicare al mercato quello che facciamo, – spiega Antonio Pirpan, responsabile brand e comunicazione di Optima – ci piace l’idea di comunicare quello che siamo: la costruzione dell’identità è fondamentale per chi fa business to consumer come lo intendiamo noi. Pensiamo alla storia del marchio Virgin, partito dal music business quarant’anni fa e approdato in campi molto diversi. Eppure chi oggi prende un aereo Virgin e si iscrive a una palestra Virgin Active vuole probabilmente sentirsi parte di quel mondo». E allora Optima, oltre ad avere offerte di servizi per le aziende e le famiglie, ha un’idea della musica ben precisa: «Non ci piace – prosegue Pirpan – lo strapotere dei talent. Siamo per un ritorno alla cultura delle etichette indipendenti che per lungo tempo, qui in Italia, hanno prodotto qualità, orientato gusti e tendenze. E oggi, come dimostrano le esperienze di artisti come Calcutta e Thegiornalisti, hanno ancora tanto da dire. È quel mondo che ci interessa e ci piace l’idea che i nostri clienti possano identificarsi con il nostro modo di intendere la musica». Tanto per cominciare ci si è identificato Red Ronnie (nella foto con Pirpan, in una puntata del «Roxy Bar») con cui, un anno e mezzo fa, Optima ha cominciato a collaborare attraverso format come «Optima Red Alert», una specie di anti-talent trasmesso in streaming su Facebook che offre alle band emergenti una vetrina per le proprie produzioni. La partnership andrà avanti anche per il Festival di Sanremo, attraverso il format «Viva Sanremo con Red», un vero e proprio talk-show a commento della kermesse. Durante la giornata invece sarà possibile ascoltare la voce dei protagonisti di Sanremo grazie alle «Interviste in bicicletta», originale format che prevede la realizzazione dell’intervista su una postazione-bici durante una breve pedalata, con l’obiettivo di convertire chilometri in strumenti musicali da donare all’Associazione SanitanSamble che si occupa di giovani a rischio in una delle zone più difficili di Napoli, il quartiere Sanità. Punto fermo dell’«offerta» musicale di Optima è il portale OptiMagazine, dedicato a musica ed entertainment. Ma l’idea non è quella di limitarsi a fare da osservatori: «Abbiamo prodotto il disco di esordio dei Simons. Vogliamo concentrarci sempre di più, attraverso “Optima Red Alert”, sulla produzione di band indipendenti che intendiamo guidare nel loro cammino discografico e dal vivo». E poi chissà, i progetti in ballo con Red Ronnie sono tanti… Uno di questi passa per la rinascita a Napoli dello storico salotto del «Roxy Bar».