Da Van Morrison con Tom Jones a Lionel Richie e gli Ewf. Lucca Summer sperimenta i «duetti»

«È un anno molto particolare per il nostro settore. I grandi nomi internazionali in tour in Europa sono pochi. Per noi, se vogliamo, si tratta di un’annata ancora più particolare: siamo alla 19esima edizione, nel 2017 festeggeremo il ventennale e intendiamo arrivare a quell’appuntamento con un’offerta fuori dall’ordinario. Da qui la scelta di allestire un’edizione 2016 all’insegna dello sperimentalismo, provando nuove formule. E il risultato cui siamo giunti ci soddisfa molto, perché siamo riusciti a mettere in piedi un programma di grandissima qualità». A parlare è Mimmo D’Alessandro di D’Alessandro & Galli, agenzia di promoting specializzata in nomi del sancta sanctorum rock. Il tema della conversazione è Lucca Summer Festival, kermesse vetrina della società con la formula del festival «diffuso» (eventi che non si concentrano in una manciata di giorni ma abbracciano un lungo spazio temporale) il cui indotto economico sul territorio toscano, secondo Ipsos, è stimato intorno ai 12 milioni. Dopo il pre-opening di Graham Nash, la manifestazione si appresta a entrare nel vivo all’insegna di una grande novità: il doppio live act. Piazza Napoleone ospiterà infatti i concerti di Van Morrison e Tom Jones (9 luglio), Bet Hart e Marcus Miller (11 luglio), Earth Wind and Fire e Lione Richie (12 luglio), Vinicio Capossela ed Esperanza Spalding (13 luglio), Neil Young e i Promise of the Real (16 luglio, nella foto), Simply Red e Anastacia (20 luglio), poi le esibizioni di Negramaro (21 luglio), Beppe Grillo (22 luglio), Marco Mengoni (23 luglio) e l’evento gratuito di Edoardo Bennato (27 luglio). «Ci piaceva l’idea – spiega D’Alessandro – di “sposare” sul palco artisti con percorsi affini. Non parliamo necessariamente dello stesso genere, ma di suggestioni in qualche modo connesse. È un po’ un modo per garantire nella stessa sera al nostro pubblico una specie di “viaggio” per coordinate musicali che confinano». Là fuori il mondo del music business è in continua evoluzione. «Quest’anno – spiega D’Alessandro – le grandi produzioni internazionali che toccano l’Europa non sono moltissime. I nomi di primo piano sono quei quattro o cinque e questo per due ordini di motivi: da un lato l’offerta tende a concentrarsi dove il mercato è più ricco, magari negli Stati Uniti o nei Paesi emergenti, dall’altro l’effetto Bataclan che, anche se se ne parla poco, in qualche modo si sente. Ci sta che, tra le star d’oltreoceano, più di una abbia deciso di non toccare l’Europa dopo quella terribile notte di novembre scorso». Avere meno materiale sul quale lavorare non significa per forza lavorare meno: «Il numero degli eventi del Summer Festival – prosegue D’Alessandro – resta lo stesso dell’anno scorso. E l’asticella della qualità l’abbiamo tenuta molto alta. Stiamo poi già preparando l’edizione del ventennale che sarà speciale e ospiterà novità importanti», con nomi di livello assoluto che il patron, per questioni di riserbo sulle trattative in corso, per ora non anticipa. Ma non si guarda solo alla Toscana: «Quest’anno – spiega D’Alessandro – ci stiamo concentrando molto sull’esperimento di Pompei, con David Gilmour all’Anfiteatro il 7 e l’8 luglio ed Elton John al Teatro Grande il 12. Anche qui potremmo essere di fronte all’inizio di un percorso». Se non altro, siamo di fronte a una sfida parecchio ambiziosa: riportare la grande musica negli scavi archeologici più famosi del mondo. Una location straordinaria per lungo tempo utilizzata ben al di sotto delle proprie potenzialità.

Sotto il teaser d’autore di questa edizione, a firma della regista Cristina Picchi.