«Meglio dieci concerti per mille persone che uno per 10mila». La lezione rock-economica di De Gregori (Gigi) a De Gregori (Francesco)

Lezione spicciola di economia della musica dal libro «Passo d’uomo» di Francesco De Gregori (nella foto) con Antonio Gnoli (Laterza, euro 16, pp. 234), appena edito. Il cantautore romano fa riferimento alla figura del fratello maggiore Gigi, di sette anni più grande e prima di lui cantautore (nome d’arte: Luigi Grechi, 11 album all’attivo, brano più celebre: «Il bandito e il campione», poi reinterpretato dall’illustre congiunto). «Tu sai che i concerti con Lucio Dalla riempivano gli stadi […]. Era il 1979. Mi ritenevo molto soddisfatto – ricostruisce l’autore di “Generale” – e fiero di come era andato il tour. E mio fratello, serenamente, un giorno mi disse: stai attento, non è questo il modo giusto. È vero che tu puoi farlo. Ma nella vita di un musicista è importante affrontare magari dieci concerti per mille persone che uno solo per diecimila. E poi: se ti fermi dieci giorni in un posto, ti può succedere perfino di conoscere meglio la città e le persone che vi abitano; senza quel mordi e fuggi tipico di chi va, suona e riparte. In quel momento credo di averlo mandato a quel paese. Poi, ripensandoci, sono certo che avesse ragione. È un modo più naturale di vivere il mestiere. E ho capito che Gigi è più saggio di me. Non perché sia più vecchio. È nato saggio e io me ne approfitto». Sarebbe bello che ad approfittare di questa saggezza fosse anche il meraviglioso mondo della musica ai tempi dello streaming. La ormai dilagante cultura del mordi e fuggi non fa bene sotto nessun profilo. Meno che mai quello economico.