Agcom, il settennato di Cardani visto dalla filiera della musica

Che ne pensa il mondo della musica del settennato dell’Agcom presieduto Angelo Marcello Cardani, giunto a chiusura? Tanti applausi, con qualche voce critica. I temi di competenza dell’Autorità garante per le comunicazioni sotto la lente, quando parliamo del settore, sono essenzialmente due: pirateria e secondary ticketing. Sul primo versante, gli ultimi dati raccolti dalla società Similarweb per Ifpi e Fimi confermano il forte declino della pirateria in Italia. Secondo le ultime statistiche, infatti, il fenomeno della contraffazione digitale e della diffusione abusiva di musica online tramite web e mobile è sceso del 35% rispetto a marzo 2018. Ma, se viene considerato un periodo più esteso (relativo a due anni), il calo registrato è di oltre il 50%. Lo stream ripping, ovvero il fenomeno del download di video e musica da Youtube, è sceso del 41% in un anno. E se i cyberlocker hanno visto una decrescita del 19,4% rispetto al 2018, bittorrent è addirittura sceso del 52,6% rispetto all’anno precedente.

Sul piano dell’enforcement molti degli effetti derivano dall’applicazione del regolamento Agcom – in vigore ormai dal 2013 e di recente adattato anche ai nuovi fenomeni – e dagli interventi in sede penale svolti dalla guardia di ginanza nel corso degli anni. «La chiave di questo declino – commenta Enzo Mazza, ceo di Fimi – è un mix di contrasto efficace: di buone leggi, costruite nel tempo, e di modelli di business appetibili». Hanno giovato al drastico calo della pirateria digitale anche l’estensione dell’offerta legale, connessa in particolare alle piattaforme in streaming, che ha prodotto una valida alternativa per i consumatori, e l’introduzione nel 2015 della formula New Music Friday, cioè la pubblicazione contestuale delle nuove uscite discografiche su tutti canali e a livello globale. «Questo non significa che il fenomeno sia stato sconfitto, perché spesso la pirateria ha individuato innovative forme causando nuovi impatti sul settore, ma conferma che c’è stata una risposta mirata che ha generato dei risultati», ha commentato Luca Vespignani, segretario generale di Fpm, Federazione contro la pirateria musicale. «Oggi molta dell’attività è focalizzata sulla content protection, il presidio per contrastare uscite anticipate illegali o potenziali sottrazioni di contenuti nella filiera: fenomeni limitati ma con grande impatto economico su un prodotto, grazie alla facilità con la quale può essere propagato in rete», ha concluso Vespignani.

Sul versante secondary ticketing, per il presidente di Assomusica Vincenzo Spera «finalmente l’intervento dell’Agcom è una risposta concreta ai nostri esposti e ai nostri appelli. Esiste una legge in vigore dall’1 gennaio 2017 che punisce chi mette in vendita, su web e social network, biglietti per concerti ed eventi senza essere titolari dei sistemi per la loro emissione e a prezzi fortemente maggiorati rispetto a quelli ufficiali. Chiediamo con forza che questa legge venga fatta applicare a tutela dei consumatori e del nostro lavoro di imprenditori del mondo dei concerti di musica live. Siamo da sempre contro il bagarinaggio ma non vogliamo che un settore in crescita che crea economia nei territori venga messo in difficoltà da provvedimenti insensati come il biglietto nominale obbligatorio introdotto dall’1 luglio scorso. Ci auguriamo si possa pensare a una soluzione alternativa prima di ritrovarsi tutti di fronte a un caos ingestibile».

Un passo in più, sullo stesso versante, lo chiede Ticketone, piattaforma di ticketing leader di mercato: «L’Autorità competente non si limiti a contestare, minacciando sanzioni e oscuramento dei siti, bensì attuai immediatamente i provvedimenti urgenti previsti dalla legge. Non c’è più nulla da indagare perché le violazioni da parte di queste società sono ancora oggi palesi». Stefano Lionetti, ad di Ticketone, precisa: «Già a marzo abbiamo alzato il velo sul perdurare di un’attività illecita da parte dei siti di secondary ticketing e finalmente dopo il nostro esposto qualcosa si è mosso. Ma non basta. Siti come Viagogo e Stubhub continuano a commettere illeciti alla luce del sole, mettendo in vendita biglietti sulle proprie piattaforme, incuranti della legge che lo vieta. Non capiamo perché di fronte a questa flagranza di reato non si provveda immediatamente alle sanzioni previste e all’oscuramento dei siti, applicare la legge dovrebbe essere facile come dare una multa per sosta vietata. Continueremo a vigilare e, in caso di ulteriori omissioni, ci riserviamo di segnalare all’Autorità Giudiziaria competente la mancata attuazione della Legge».