Parte AIR, l’Erasmus dei jazzisti italiani. E Fresu tiene a battesimo Jazz Alguer

Venti giovani musicisti jazz, in rappresentanza delle 20 regioni italiane, in venti città per circa un mese. Sta tutto qui il senso di AIR – Artisti in Residenza, il progetto promosso da Midj (Musicisti Italiani Di Jazz) con il contributo di Siae, che sostiene le esperienza all’estero per artisti. Londra, Parigi, Montreal, Tokyo, Pec»hino. Ma anche Addis Abeba, Nairobi, Bangkok, Budapest. Sono alcune delle città che ospiteranno i venti jazzisti (di età compresa tra i 18 e i 30 anni) che hanno vinto il bando di selezione. Trascorreranno all’estero un periodo variabile tra le 4 e le 6 settimane per affinare la loro arte, confrontarsi con altri artisti, seguire un percorso di formazione e crescita professionale e non solo. «Il progetto AIR è un grande risultato per il jazz italiano. Se la nostra musica è oggi sinonimo di qualità nel mondo questo avviene anche attraverso un idioma che è parte del nostro Dna – ha spiegato il maestro Paolo Fresu (nella foto), anima del Midj -. L’idea è stata quella di fare un grande progetto di residenza che fosse capace di mettere il miglior jazz italiano in connessione con venti residenze all’estero. E non stupisca vedere anche città dell’Africa o del Sud America, perché sono località con grandi tradizioni di musica popolare, la stessa che ha ispirato il jazz. Un progetto che nasce già sull’esperienza dell’anno scorso presso la Casa del Jazz di Roma e a Copenaghen. Èespressione di un jazz che non vuole solo leccarsi le ferite ma anche andare avanti». AIR – Artisti in Residenza si sviluppa in collaborazione con gli Istituti italiani di Cultura e delle Ambasciate. «Un mese all’estero sarà un’esperienza fantastica per questi ragazzi – ha
commentato il ministro dei Beni Culturali e del Turismo Dario Franceschini, rivelando anche di aver provato a suonare il sax in gioventù, senza grossi risultati -. Un’iniziativa importante, su cui bisognerà continuare a lavorare. Anche in prospettiva di un Erasmus delle culture. Il jazz è il luogo della contaminazione e l’Italia, al centro del Mediterraneo, è perfetta in questo senso». Il ministro ha anche auspicato, cogliendo l’invito di Paolo Damiani della Siae su strutture adeguate per i musicisti, che si possa valorizzare la Casa del Jazz a Roma, facendone «un luogo simbolo, il luogo nazionale del jazz italiano». La struttura, ha aggiunto Franceschini, «è sotto la competenza del Comune, ma da parte nostra c’è massima collaborazione. Troviamo un accordo. Il colore politico non conta».
Periodo di grande fermento per Fresu che ha tenuto a battesimo, in questi giorni, la prima edizione di «Jazz Alguer – Musica per tots», in programma ad Alghero dal 23 dicembre 2017 al 21 luglio 2018. In arrivo nomi di primo piano della scena jazzistica nazionale e internazionale: lo stesso trombettista di Berchidda con il Laudario di Cortona arrangiato insieme al bandoneonista Daniele di Bonaventura  ed eseguito in quartetto assieme all’Orchestra da Camera di Perugia e al Gruppo Vocale Armoniosoincanto, Filomena Campus, la cantante sarda trapiantata da tempo a Londra, con il suo quartetto inglese, una formazione storica come i Cadmo, attesi per una reunion, dopo tanti anni, in un concerto unico proprio nella cittadina dove videro la luce nel lontano 1973, prima del gran finale, il 21 luglio, con il grande sassofonista norvegese Jan Garbarek con l’iseparabile virtuoso indiano delle percussioni Trilok Gurtu.